Mentore
mèn-to-re
Significato Guida, maestro saggio e paterno, consigliere
Etimologia dal nome di Mentore, personaggio dell’Odissea.
Parola pubblicata il 19 Dicembre 2014
mèn-to-re
Significato Guida, maestro saggio e paterno, consigliere
Etimologia dal nome di Mentore, personaggio dell’Odissea.
Parola pubblicata il 19 Dicembre 2014
Quella del mentore è una figura importante: pur avendo la saggezza e l’esperienza di un maestro, non si presenta come gerarchicamente superiore a colui che assiste; la sua guida è discreta, non impositiva, e si traduce in un consigliare e sostenere. A esempio, nel mondo accademico si può avere la fortuna di essere presi sotto l’ala di un mentore capace; l’allenatore può essere un mentore per gli atleti, ben al di là del campo sportivo; il giornalista d’esperienza può farsi mentore delle nuove leve.
Questa parola è un’antonomasia che scaturisce dal nome di un personaggio del mito greco: ci si domanderà, quindi, chi fosse questo Mentore.
Quando Ulisse partì da Itaca per andare a guerreggiare a Troia, affidò il suo giovane figlio Telemaco alle cure di Mentore - figlio del suo caro amico Alcino, che partì con lui. Mentore attese bene al suo compito, ma la sua grande rilevanza è dovuta al fatto che Atena stessa prese le sue fattezze per essere d’aiuto al figlio di Ulisse. Anni dopo, mentre i Proci imperversavano a Itaca, accompagnò Telemaco nelle terre governate dai vecchi amici di Ulisse - a Pilo, dal saggio Nestore, e a Sparta, da Menelao - in cerca di notizie del padre. Ma questo viaggio non servì a molto, se non a far maturare Telemaco e a temprarne lo spirito. Solo quando tornarono a Itaca ritrovarono Ulisse, che era appena rientrato sotto mentite spoglie. Anche in questo caso Mentore, mosso da Atena, ebbe un ruolo fondamentale: consigliò Ulisse sul da farsi, e lo aiutò nella battaglia contro i Proci.
La sua figura ebbe risonanza in tempi più recenti grazie a un romanzetto, scritto da Fénelon, arcivescovo francese vissuto a cavallo fra diciassettesimo e diciottesimo secolo: in qualità di precettore del giovanissimo duca di Borgogna, erede al trono del Re Sole, era solito scrivere racconti educativi che lo potessero aiutare nel suo percorso di formazione; fra questi, tra il 1694 e il ‘96, scrisse Les Aventures de Télémaque, narrazione che traeva spunto dalle vicende omeriche per affrontare alcune questioni di politica coeva. Ed è forse proprio nel rilancio di Mentore da parte di Fénelon che questo nome prese la forza di un’antonomasia.