Millesimato
Le parole del vino
mil-le-si-mà-to
Significato Di bottiglia di vino o di liquore, che porta indicato l’anno della vendemmia, specie in tradizioni che prevedono assemblaggi di vini; di prodotto editoriale, che viene aggiornato ogni anno
Etimologia da millesimo, ordinale di mille.
- «Ma questo champagne è millesimato?»
Parola pubblicata il 19 Aprile 2024
Le parole del vino - in collaborazione con la tenuta vinicola Santa Margherita
Alla scoperta di radici ancestrali, significati sorprendenti e accezioni à la page, stappiamo le parole del vino che ci arrivano da ogni parte. Questo ciclo è sostenuto dalla tenuta vinicola Santa Margherita.
Quando durante l’infanzia apprendiamo la lingua, abbiamo la splendida capacità di attribuire alle parole dei significati provvisori: la singola parola ci si ripresenta in diverse situazioni e contesti, di volta in volta mettiamo alla prova e correggiamo il significato fino ad approssimarci a quello generalmente condiviso. Da grandi pure, nonostante la possibilità di consultare un dizionario, attribuiamo significati provvisori alle parole, ma è una provvisorietà più adulta — cioè una toppa permanente di cui ci si accontenta.
Quando leggiamo ‘millesimato’ su una bottiglia di vino — ed è facile leggerlo perché è un termine che viene comunicato con una certa urgenza — probabilmente lo decifriamo col significato provvisorio di un ‘più buono’, o più francamente di un ‘più caro’. Ha l’aria di una dicitura che spiega un pregio, anche se questo pregio non si capisce bene quale sia. Com’è che un millesimo viene attribuito a questa bottiglia?
Non stiamo parlando di una millesima parte, ma di una data. Pensiamo le date in millenni (che passaggio, il Duemila), e il millesimo è giusto l’indicazione dell’anno, e poi appunto, per estensione, la data. Ad esempio posso notare come sul documento ci sia la firma ma manchi il millesimo, o una discrepanza nella progressione dei millesimi in un registro.
‘Millesimato’ è un aggettivo che qualifica in particolare quei prodotti che si riferiscono a un anno specifico, e in certi casi che vengono rinnovati tutti gli anni. Lo troviamo su certe bottiglie di vino ma ecco, è anche un termine dell’editoria — anche gli atlanti e i dizionari spesso sono millesimati (ad esempio noi fra gli altri usiamo lo Zingarelli, che ha una versione aggiornata ogni anno). La vera domanda a questo punto è: ma che c’è di particolare nell’indicare l’anno su una bottiglia? Che cosa mi vuole comunicare quando classicamente lo trovo su uno spumante?
In effetti molte bottiglie di vino devono per legge indicare l’anno della vendemmia (ad esempio quelle prodotte secondo un disciplinare di Denominazione di Origine Controllata e Garantita, che non siano vini spumanti, frizzanti e liquorosi), ed è comunque un’indicazione che troviamo comunemente. Il millesimato rileva in particolare là dove questo obbligo non c’è e le tradizioni sono differenti — posso trovarmi davanti una bottiglia di un rosso 2020, ma anche una di uno spumante millesimato 2020. Che differenza c’è?
Non tutti sanno che tradizionalmente certi vini, come appunto gli spumanti e classicamente gli champagne, possono essere ottenuti a partire da un assemblaggio di uve provenienti da vigneti diversi o anche di vini di diverse annate (assemblaggio talvolta detto in francese cuvée, altra dicitura che all’impronta, senza grandi indagini, abbiamo sicuramente notato al supermercato). Questa particolare miscela fa sì che il prodotto finale dipenda molto meno dalla singola annata, dall’espressione di un singolo appezzamento, e che possa avere delle caratteristiche più uniformi (e quindi anche riconoscibili) di anno in anno.
Invece il millesimato ci dice che questo spumante (ma magari anche un liquore) è il risultato di una singola vendemmia. Ciò si traduce in un prodotto che ha delle oscillazioni fra un anno e l’altro (più di quelle di un dizionario millesimato), ma che esprime in maniera più netta delle caratteristiche specifiche. Questo è un tratto più moderno dell’apprezzamento del vino: non cercare la formula omogenea su cui scommettere, ma cercare di apprezzare come in una bottiglia ci siano tutti gli accidenti di un territorio, di un tipo di vitigno, di un’annata.