Parisosi
Le figure retoriche sono una bomba
pa-ri-sò-si
Significato Figura retorica che consiste nell’equivalenza, in ampiezza e struttura sintattica, di periodi, frasi e loro membri
Etimologia dal greco parìsosis ‘uniformità’, a sua volta da pàrisos ‘quasi uguale’ (sottinteso skhèma ‘forma’).
Parola pubblicata il 22 Settembre 2017
Le figure retoriche sono una bomba - con Mauro Aresu
Le figure retoriche pervadono la lingua e il pensiero, ad ogni livello. Con Mauro Aresu, giovane studente di lettere classiche, iniziamo un ciclo di parole rigoroso e scanzonato proprio sulle figure retoriche.
Veni, vidi, vici, disse Caio Giulio Cesare, secondo il biografo greco Plutarco, nel 47 a.C. in seguito alla vittoria riportata contro l’esercito di Farnace II del Ponto. “Venni, vidi, vinsi”: al contempo allitterazione, omeottoto e, significativamente per oggi, parisosi (anche detta isocolon, dal greco ìsos ‘uguale’ e kòlon ‘membro’).
Proprio la quantità degli elementi può fare da specificazione: nel caso sopra, si tratta di un tricolon, perché composto da tre membri. Se fossero stati quattro l’avremmo chiamato tetracolon. Possiamo poi aggiungere che, trovandoci di fronte a tre membri composti di frasi intere, sintatticamente autonome, stiamo lavorando su di una subiunctio, mentre le parisosi con frasi non autonome si dicono adiunctio. Vi sembrava troppo semplice all’inizio, eh?
Esempio di quest’ultima può essere una frase di tutti i giorni come “Al variare della temperatura il composto passa da solido, a liquido, a gassoso”. Magari non di tutti i giorni, ma certamente più quotidiana del biblico tetracolon (e subiunctio) tratto dal Libro di Giobbe nella trasposizione del traduttore Guido Ceronetti: “Come latte tu mi hai cagliato, come formaggio mi hai raggrumato, di pelle e carne tu mi hai vestito, di ossa e tendini mi hai armato”.
Per restare in ambito religioso, poi, ho pensato di proporvi is breus (‘le parole’) sarde della mixina (‘cura’) contro il temporale, ricordate dal pittore e musicista Efisio Sanna nel Libro Is Mixinas Antigas, in cui propone le formule sacralmente magiche dei paesi del Sulcis, nella sardegna sudoccidentale: “Sa potenzia de su Babbu, sa scienzia de su Fillu, s’onnipotenzia de su Spiritu Santu. In nomini de su Babbu, de su Fillu e de su Spiritu Santu”, ovverosia “la potenza del Padre, la sapienza del Figlio e l’onnipotenza dello Spirito Santo. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. In questo caso abbiamo prima una subiunctio, quindi un’adiunctio.
Quando poi, come nella frase “chiedeva compassione, invocava pietà, supplicava clemenza”, i membri sono sinonimici tra loro, parliamo di disiunctio.
Perché troviamo la parisosi in formule, definizioni e testi di saggezza popolare? Come sempre la simmetria ha come scopo la memorizzazione e l’impressione nella mente di chi legge o ascolta, ed è proprio per questo che la parisosi, come magari avete ormai intuito, arrivati alla fine della figura retorica di oggi, è di casa negli slogan pubblicitari: “Prendi due, paghi uno!”, vi risuona in testa dopo averlo sentito alla televisione, accompagnato da una scritta accattivante sullo schermo. La mano è già nel portafogli, il pubblicitario è soddisfatto di aver avuto successo con un trucco così vecchio, e voi sapete di dover dare la colpa di quel doppione inutile di televisione, acquistato nella foga dell’affare imperdibile, a una parisosi.