Pindarico

pin-dà-ri-co

Significato Relativo a Pindaro; nella locuzione ‘volo pindarico’, digressione

Etimologia dal nome di Pindaro, poeta greco vissuto a cavallo fra il VI e il V secolo avanti Cristo.

Questo aggettivo - che pianamente significa ‘relativo a Pindaro’ - è usato in maniera larga e viva nella locuzione ‘volo pindarico’ (riportata nei dizionari da più di un secolo). Ciò che significa è una digressione rispetto al discorso, molto rapida, inaspettata, non strettamente collegata al resto - ed è una digressione (appunto) alata, lirica, e talvolta affettata e retorica: nel volo pindarico ci può essere tutto il fascino della deviazione inattesa e suggestiva, e tutta la spiacevolezza di una progressione illogica che non giunge al punto. Nel caso in cui non sia una divagazione piacevole, questa locuzione si mostra, invece, piacevolmente ironica.

Ultimamente il ‘volo pindarico’ è accostato al semplice volo, o viaggio, mentale; un uso gradevole, che spesso riesce a mantenere il senso di una divagazione rispetto a un filo.

Questa espressione nasce dalla peculiare lirica di Pindaro, che nelle sue odi morali e civili introduce episodi mitici in maniera rapida, con salti logici. Forse Pindaro, un poeta così serio, non sarebbe felicissimo di sapere il suo nome indissolubilmente legato, con una vena di scherzosità, a questo carattere dei suoi poemi. Un carattere che balza all’occhio e che è passato alla storia, ma che dopotutto è secondario: quando Alessandro Magno volle punire la ribellione dei Tebani in maniera esemplare, fece in modo che l’intera città di Tebe fosse rasa al suolo. Tutta, tranne la casa di Pindaro, che così tanto, coi suoi versi, aveva dato al mondo greco.

Parola pubblicata il 22 Agosto 2015