Profluvio
pro-flù-vio
Significato Flusso abbondante di liquidi; serie incessante, grande quantità
Etimologia voce dotta recuperata dal latino profluvium, derivato di proflùere ‘sgorgare, scorrere’, da flùere ‘scorrere’, che è da una radice indoeuropea ricostruita come bhleu- col significato di ‘traboccare’, col prefisso pro- ‘avanti’.
- «Non c'ero, ma ho ascoltato un profluvio di resoconti.»
Parola pubblicata il 25 Febbraio 2025
Parola cardinale, per un motivo specifico. Abbiamo un bel gruppo di parole che ci schiudono i significati figurati della ‘grande quantità’ a partire da fenomeni naturali di grande impatto e dinamismo, e però sono parole che viaggiano su un registro quotidiano. Sono anche colorite, se non esagerate, e le possiamo dire tutte parlando con gente sconosciuta al bar: un’ondata di critiche, un mare di problemi, una marea di interventi, una valanga di auguri — anche un’abbondanza di dettagli (ricordiamo l’origine inondante dell’abbondanza). Il profluvio si distingue.
Innanzitutto si distingue perché ha un forte sapore di latinismo; che non sia una parola ereditaria, popolare, ma recuperata a un certo punto come prestito dotto dal latino, si annusa (per la precisione, siamo alla fine del Quattrocento). E si annusa anche perché il suo referente concreto non è così trasparente, non ci balza alla mente con una figura netta, definita domesticamente attraverso i secoli. Disegnami, indicami, raccontami un ‘profluvio’: è più facile farlo con una valanga o una marea, che sono fenomeni, immagini familiari.
Gli usi del termine ‘profluvio’ s’imperniano su flussi che sono sì fenomeni naturali… ma più in piccolo, diciamo pure corporei. Già il profluvium latino si riferisce più che altro a diarree ed emorragie. Emerge in italiano proprio come flusso di umori, di liquidi organici e simili: pensiamo al profluvio di sangue della scena del film, al profluvio di lacrime che versiamo sulle pagine emozionanti del libro, ma magari anche al profluvio di profumo che esce dall’ascensore insieme a te.
Ebbene, a questa dimensione umana e personale si commisura il profluvio quale sequela, serie incessante, grande quantità: si parla di profluvi di parole, profluvi di domande, profluvi di lamentele. Non siamo davanti a rappresentazioni troppo iperboliche — la valanga, il mare delle parole, ommamma. Siamo davanti a uno scorrere impetuoso, duraturo, che si fa notare, ma con una portata realistica. La misura e l’altezza del profluvio ce lo rendono insostituibile. Forse lo potremmo avvicinare alla profusione, ma è un termine che pare un po’ più ingessato e un po’ più volto a cogliere lo spargimento, piuttosto che lo scorrere.
Così parlo del profluvio di elogi che ti sono stati giustamente tributati, del profluvio di commenti intorno al fatto madornale, dei racconti che si sono avvicendati in un profluvio.
Per quanto ricercata, non è una parola difficile: le occasioni per usarla non mancano e si fa intendere anche da chi non abbia troppa familiarità; d’altro canto, con la sua eleganza d’indeterminazione, alza il tono del discorso con facilità e senza risultare pretenziosa. Mica male!