Proselito

pro-sè-li-to

Significato Nuovo seguace di una religione, di un’idea, di una corrente; secondo l’antica religione ebraica, chi si convertiva dal paganesimo al giudaismo

Etimologia dal greco prosèlytos sopravvenuto, forestiero, composto di pros verso e elyt- venire, di etimologia incerta.

Una parola usata spesso in locuzioni stereotipate (quali “fare proseliti”), che proprio per questo merita di essere osservata e capita in sé.

Il proselito, nell’antico mondo ebraico, era il miscredente che si convertiva alle verità del giudaismo. L’attributo che media questo significato, come ci spiega l’etimologia, è quello di forestiero: il proselito è un nuovo venuto. Così, al giorno d’oggi, il proselito diventa in generale il nuovo aderente a una religione, a un partito, a una corrente artistica o filosofica, a un’idea.

Alla luce di questo, si comprende che cosa sia il proselitismo, cioè l’inclinazione e l’opera volta a trovare nuovi seguaci; e l’espressione “fare proseliti” cessa di essere un tutt’uno, spiegandosi quale attività con cui si raccolgono nuovi adepti.

Allora ci si scontra col fervore dei nuovi proseliti di una parte politica, le lusinghe di una comunità serena e affiatata attirano proseliti, e la nuova moda dei pantaloni arrotolati alla caviglia acquista proseliti sempre nuovi.

Contro ogni incertezza, chiariamo che la consuetudine ortografica ci richiede di optare per “proselito”; esistono anche versioni quali “proselite” e “proselita”, ma sono meno comuni e meno coerenti con l’etimologia. Quest’ultima forma, nei casi in cui il genere sia rilevante, è impiegata correttamente come femminile di “proselito”: la prozia è diventata una proselita dell’astrologo carismatico.

Parola pubblicata il 21 Febbraio 2015