Ribaldo

ri-bàl-do

Significato Farabutto; soldato dedito ai saccheggi

Etimologia dal francese antico ribaud, derivato del germanico hrība donna di malaffare.

Il ribaldo è forse una delle figure più nobili della nostra storia medievale.

Si trattava di un soldato di infima condizione sociale il cui ruolo era quello di attaccar battaglia - fondamentalmente, carne da macello. Ma non solo: presto questo nome passò ad indicare il soldato incline a dedicarsi a saccheggi, stupri e a simili amenità che da sempre connotano la predazione bellica. Insomma, dobbiamo immaginare che intorno all’esercito vero e proprio turbinasse una nuvola di vili ribaldi votati alle ruberie più turpi.

È quindi naturale che per antonomasia il ribaldo sia diventato il disonesto, lo scellerato, o anche il poveraccio, colui che vive alla giornata - dato che classicamente non disdegna di arraffare qualcosa con qualche atto riprovevole. Oggi questa parola ha maturato un deciso sapore rétro: difficile da usare in discorsi seri, stupenda da usare con ironia. Alla cena di Natale devi fare i conti con quel ribaldo di tuo cugino; al supermercato un ribaldo ti leva di sotto il naso l’ultimo pacco di biscotti; e mentre giri nella rotatoria un ribaldo passa senza darti la precedenza.

Infine, i più attenti si domanderanno: «Che c’entrano i ribaldi con le prostitute di cui ci parla l’etimo?» È presto detto: pare che in francese antico il ribaud non dipingesse una canaglia qualunque, ma una canaglia lussuriosa, libertina e lasciva. Successo televisivo assicurato.

Parola pubblicata il 09 Giugno 2014