Rupestre

ru-pè-stre

Significato Di rupe, relativo alle rupi, costituito da rupi; praticato su o in una parete rocciosa

Etimologia dal latino rupes, derivato di rumpere ‘rompere, spaccare’.

Osserviamo questo caso esemplare. C’è un uso dell’aggettivo ‘rupestre’ nettamente dominante: il riferimento alle pitture rupestri. E qui sta il bizzarro: tutti sanno che cosa siano le pitture rupestri, e quindi si potrebbe pensare che sia un aggettivo diffusamente dominato, ma poi al di fuori di questa locuzione si trova usato davvero di rado. Viene da chiedersi perché.

Il rupestre ci parla della rupe. (Peraltro la rupe stessa è un elemento fisico molto fascinoso, etimologicamente uno sperone scosceso di roccia rotta, anche rispetto all’unità della montagna.) È quindi innanzitutto qualcosa di relativo alla rupe: la guida esperta ci fa apprezzare la varietà della flora rupestre che superbamente cresce dagli anfratti pietrosi, dalla finestra dell’albergo godiamo di un suggestivo paesaggio rupestre, e col giusto equipaggiamento affrontiamo serenamente sentieri rupestri. Ma inoltre il rupestre diventa ciò che è praticato, scolpito, creato sulla roccia o nella roccia della rupe: oltre alle pitture rupestri, vertiginose testimonianze ancestrali, possiamo visitare le chiese rupestri scavate nel duro grembo del monte (che pure portano i segni di un uso secolare), si possono scovare le celle rupestri dove si ritiravano gli eremiti, o indicare a dito i canali rupestri aperti per raccogliere l’acqua piovana.

Il fatto è che il rapporto con la rupe ha un carattere locale: difficilmente stando in città ci confrontiamo col rupestre. Mentre i libri che insegnano delle pitture rupestri sono letteralmente ovunque, e li ha avuti in mano anche chi una rupe l’ha vista solo in foto.

Parola pubblicata il 21 Settembre 2017