Sferzare

Parole semitiche

sfer-zà-re (io sfèr-zo)

Significato Frustare, colpire con una sferza, picchiare con violenza

Etimologia derivato dall’italiano antico ferza, con prefisso intensivo s-, dall’arabo firāṣa, cioè ‘pezzo di tessuto, drappo’.

  • «Per le tue giornate, una sferzata d'energia! Al remo!»

Quando il fantino sferza il sedere del cavallo per incitarlo ad avanzare con più velocità, la brezza marina ci sferza il viso in pieno inverno e la verità ci viene lanciata addosso come una dolorosa sferzata, stiamo usando una parola che fa riferimento ad un gesto violento, un tempo comune quanto lo era l’uso delle bestie da soma, oggi relegato all’ambito dell’ippica o dell’equitazione o trasportato in metafora.

Sì, perché sferzare è qualcosa che provoca dolore: significa frustare, percuotere con una frusta — una sferza. Compare già nell’italiano antico del XIII secolo, quando per spostarsi in giro per il vasto mondo si usavano velieri e somari. La ritroviamo in testi del Petrarca, tra gli altri, ma entra nella nostra lingua partendo dall’arabo, dove la parola firāṣa indica un pezzo di tessuto, un drappo (no, il concetto di frustata con l’asciugamano bagnato nello spogliatoio non c’entra!) Da una quantità di stoffa, infatti, si possono ritagliare strisce utilizzabili a mo’ di flagello per punire o incitare. Interessante, perché il verbo faraṣa, alla cui famiglia radicale appartiene, ha come primo significato tra i molti quello di tagliare. In questo senso, allora, firāṣa è un taglio di tessuto, una pezza.

Anche col suo suono questa parola ci trasmette una certa violenza: la s iniziale, suffisso che ha la funzione di aumentare l’intensità dell’azione, sembra echeggiare del sibilo che fa una frusta tirata in aria. Continua con la f, suono fricativo, che reitera questo fendersi dell’aria per poi rompersi con forza sulla r seguita dalla z sorda, suoni duri, pesanti, come quando una frusta si abbatte sulla carne nuda.

Immagine brutale, che ci riporta alla mente la Passione di Cristo, o gli schiavi e i forzati obbligati a lavorare nei campi e nei cantieri, in molti luoghi e tempi della nostra storia. Ai cavalli, ai buoi, agli asini è toccata sorte simile, ben più a lungo. Accade però paradossalmente che nel linguaggio figurato si possa in qualche modo sovvertire questa violenza insita nel verbo sferzare e capovolgerlo, conferendogli un significato positivo. Si prende tutto l’impeto della sferzata e lo si porta nel mondo del nuovo, dell’inaspettato e del lieto: è arrivata la nipotina a casa dei nonni per le vacanze, e loro sembrano essere stati colpiti da una sferzata di giovinezza. Posso solo dire che con la tua energia e le tue idee mi hai dato una gran bella sferzata, grazie!

Parola pubblicata il 30 Dicembre 2022

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.