Tersicoreo
ter-si-co-rè-o
Significato Della danza, relativo alla danza
Etimologia dal nome di Tersicore, musa della danza.
Parola pubblicata il 26 Ottobre 2020
ter-si-co-rè-o
Significato Della danza, relativo alla danza
Etimologia dal nome di Tersicore, musa della danza.
Parola pubblicata il 26 Ottobre 2020
Per quanto note e presenti nel nostro modo di esprimerci, così come sono molte altre divinità colleghe del loro pantheon, le Muse hanno un certo tratto d’informità: volentieri vivono come una divinità di gruppo. Difficile averne i nomi presenti sulla punta della lingua — perfino più difficile che snocciolare i Sette Nani.
Così, ritrovandosi per la prima volta davanti alla parola ‘tersicorèo’ non sono poi molte le persone che esclamano «Indica certo ciò che è relativo a Tersicore, musa protettrice della danza, benché in una fase precedente lo fosse più propriamente della lirica corale». Ma una volta squadernato che nella banda delle Muse Tersicore è la patrona della danza, tutto diventa di semplicità immediata. O quasi. Ma cerchiamo di discernere qualcosa di più.
Il suo nome è composto dal verbo térpo ‘dilettare, rallegrare’ (tant’è che esiste anche la variante ‘Terpsicore’) e chorós ‘danza’ e in particolare ‘danza di gruppo’ (elemento che troviamo anche nella ‘coreografia’, e che volto al canto porta mediatamente al ‘coro’). Ogni musa ha i suoi attributi figurativi standard che la rendono immediatamente riconoscibile, come la maschera comica di Thalìa (commedia), il papiro srotolato di Clio (storia): Tersicore ha la lira. Curiosamente la sua rappresentazione la vede di rado danzante: piuttosto la troviamo a seduta a pizzicare il suo strumento. Come in effetti ci si attende da chi veramente domini la danza. Qui la vediamo in un dipinto di Jean-Marc Nattier.
Ad ogni modo, nell’Ottocento il suo nome viene recuperato in aggettivo per creare il tersicoreo. Aggettivo di sapore letterario altissimo, ricercatissimo, che praticamente non avrebbe avuto impieghi e che in effetti ha attestazioni scarse… finché non lo recuperano i giornali. Per motivi diversi, fra cui possiamo immaginare il desiderio famelico di sinonimi e quello di cantare in toni un po’ maggiori eventi artistici, il tersicoreo ha trovato il suo bacino d’uso più rilevante nei quotidiani.
Così certo, posso parlare dell’abilità tersicorea che lo zio mostra alla fine della seconda bottiglia, ma anche di come il festival si apra con uno spettacolo tersicoreo particolarmente suggestivo, o delle étoile che primeggiano nel panorama tersicoreo internazionale. Non il termine più accessibile, ma certo è aggraziato, oltre che schiettamente utile, e una volta noto non è difficile da padroneggiare.