Panorama
pa-no-rà-ma
Significato Veduta d’insieme di un territorio; vista piacevole; quadro, contesto generale di una situazione o di un argomento
Etimologia conio moderno, composto dal greco pan- ‘tutto’ e hórama ‘visione’.
Parola pubblicata il 22 Settembre 2020
Il panorama non è il paesaggio. Non ci racconta le complessità dei contributi con cui diversi tratti di natura e di azione umana hanno caratterizzato un territorio, quanto piuttosto — in maniera più circoscritta e semplice — un’esperienza estetica immersiva riguardo a un paesaggio. Però quella del panorama è una bellezza che viviamo in maniera così spontanea e travolgente, e così radicata nel nostro senso estetico che potremmo immaginarci il suo nome come antichissimo — anche vista la chiara matrice greca. Non lo è. E in effetti la storia della sua recente nascita ci rende perfettamente ragione del modo in cui rappresenti un’esperienza estetica: panorma nasce come nome di una sorta di macchina teatrale.
Manca una dozzina d’anni al 1800, e il ritrattista e inventore irlandese Robert Barker inizia a mettere a punto una trovata che brevetterà e su cui passerà il resto della sua vita (e che anzi diventerà un’attività di famiglia). Immagina (e arriva a realizzare in breve) una grande sala circolare. Sulle pareti curve dell’interno della sala sistema una tela di grandissime dimensioni su cui è rappresentata fedelmente una veduta a 360° da un determinato punto di osservazione — sono rimaste celebri, fra le prime, quelle di Edimburgo e di Londra. L’avventore che vi entrava si ritrovava nientemeno che in un belvedere artificiale. Modulazioni di luci, suoni e musiche aiutavano a campire la giusta atmosfera per rafforzare l’illusione, magari insieme a qualche chiosa da guida turistica.
La trovata fece sensazione. Durante tutto il diciannovesimo secolo vennero sperimentati panorami d’ogni tipo (un successo speciale lo ebbero quelli di battaglie famose), e sorsero centinaia di edifici a pianta circolare costruiti ad hoc per ospitarne le tournée.
È dal nome, forse suggerito da un amico classicista, di quelle vedute immaginate da Barker con la loro matrice scenica ed estetica, che lentamente il panorama (anche grazie alla versatilità internazionale del greco) è passato a indicare fin da noi non più solo l’illusione circolare di Barker, ma anche la realtà di cui illudeva, la veduta dal vivo. E oltre: il panorama diventa anche la vista piacevole tout court (specie un po’ pruriginosa, godersi il panorama al mare può indicare piaceri variegati), oltre che la veduta ideale d’insieme, per cui possiamo parlare di panorami musicali, delineare panorami economici.
Eppure è affascinante continuare a concepire il panorama anche come illusione estetica — intimo e contingente come solo un punto di vista sa essere. Petrarca, giunto faticosamente all’alta impervia vetta del Monte Ventoso con suo fratello, legge la prima pagina di Sant’Agostino a cui si apre il suo libro: «e vanno gli uomini a contemplare le cime dei monti, i vasti flutti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l’immensità dell’oceano, il corso degli astri e trascurano sé stessi».