Avventore
av-ven-tó-re
Significato Cliente di un negozio, frequentatore, chi prende posto in un locale
Etimologia voce dotta recuperata dal latino adventor, ‘avventore, forestiero’, derivato di advenire ‘giungere’, derivato di venire con prefisso ad- che indica avvicinamento.
Parola pubblicata il 26 Agosto 2020
È sorprendente che questa parola non sia fra le più usate, perché descrive uno stato personale fra i più comuni, senza quasi avere sinonimi. Insomma, una persona entra in un negozio, in un locale: come la chiamiamo?
Il nostro ‘avventore’ è un termine recuperato dal latino nel Cinquecento: non è difficile immaginare che l’adventor fosse in maniera ampia chi arrivava (nasce dal verbo advenire), abbracciando tanto la figura del nostro avventore-cliente quanto una di avventore-forestiero.
Ecco, si può dire che nella massima parte dei casi un avventore è un cliente. Dopotutto, è letteralmente una persona che è in un negozio per fare acquisti, frequenta luoghi in cui ci si ristora o si fanno commerci, è presente in locali. Ma ‘cliente’ è una parola ingombrante. Spiaccica sull’unica dinamica del rapporto dell’erogazione di un servizio contro prezzo una presenza che in tanti casi è molto più libera e sfaccettata, e che in certa parte è anche fascinosamente incognita, e promette o cerca altro che un acquisto.
Non a caso quello dell’avventore è un nome che prospera in quei luoghi in cui non si sta per espletamenti precisi — si parla volentieri di clienti seduti ai tavoli di un ristorante perché raramente immaginiamo altro rapporto se non la clientela, in quel momento (diversi dagli avventori che danno un’occhiata da fuori al menu esposto); ma l’avventore inizia a prendere molto più spazio, nel nostro immaginario, in osterie e taverne, e figuriamoci poi in bar e pub, luoghi di ritrovo in cui si passa il tempo e si sta insieme, dove il servizio al cliente è un rapporto di sfondo.
E anche fuor di ristorazione questo si può apprezzare. Le indefinitezze dell’avventore sono adatte a mercati, a negozi dell’usato — mentre non avremmo difficoltà a riconoscere come clienti quelli che troviamo nel supermercato. E si distingue anche rispetto al frequentatore, visto che l’avventore contempla la possibilità di una presenza del tutto occasionale, unica.
Insomma, l’avventore lascia un margine d’ignoto — come d’altronde fanno certi altri suoi parenti etimologici, come l’avvenire e l’avventura — un ignoto che investe chi egli sia, che cosa ci faccia lì; fatti che gli appartengono e che questa parola non riduce ad abitudini o commerci. L’uso della parola ‘avventore’ custodisce uno sguardo discreto, elegante, proprio in virtù della sua vaghezza, di ciò che non chiede.
Così possiamo parlare degli avventori sparsi ai tavoli che ascoltano la musica di un gruppo, di come al casinò si incontrino avventori che non hanno la minima intenzione di sedersi a giocare, di come le avventrici della libreria passino ore a scartabellare decine di volumi.