Scartabellare
scar-ta-bel-là-re (io scar-ta-bèl-lo)
Significato Scorrere in fretta e disordinatamente pagine, fogli, cercando ciò che interessa; frugare fra le carte conducendo una ricerca d’archivio
Etimologia da scartabello ‘quaderno, libercolo’, di etimo incerto.
Parola pubblicata il 26 Aprile 2018
Ci sono due punti che rendono questa parola magnifica, anzi tre.
Il primo e più intuitivo è il suono. Non abbiamo purtroppo il conforto di un’etimologia cristallina e pacifica (prima di ‘scartabello’ e ‘cartabello’ ci sono attestazioni in latino medievale di cartapellus, s’ipotizza anche una composizione di charta e tabella, o una derivazione da cartabulum ‘registro’, ma senza approdi definitivi). E proprio questi sono i casi in cui più volentieri ci si rivolge con aspettativa al suono di una parola: ‘scartabellare’ riesce a evocare, nella varietà delle consonanti, i suoni articolati e complessi di uno sfogliare che non è solo uno scorrere le pagine, ma un muoverne a mazzi, con sfrigolii rapidi di orecchie, tonfetti, pieghe, accartocciamenti di fogli, pause.
La seconda riguarda la longevità diversa di parole parenti: di ‘scartabelli’ non si parla più, e da un pezzo. In effetti, lo ‘scartabello’ è un’entità ferma nelle voci dei dizionari. Invece di ‘scartabellare’ si continua a scrivere e a parlare, lo scartabellare va avanti. Forse anche con la forza dell’ironia, che sa sfruttare bene il gustoso patrimonio di ricchezza sonora di questo verbo: se dico che per la ricerca ho sfogliato tanti libri o che ho scartabellato tanti libri, il colore da piano diventa disordinato e vivace, ed è terreno più fertile per l’umorismo.
Infine, i significati di questa parola possono essere tanto divergenti da farla sembrare una sottile, sapida enantiosemia: lo scartabellare infatti abbraccia due poli eccezionalmente distanti, che pur mantenendo il tratto comune dell’agilità sono quasi opposti. Da un lato abbiamo uno sfogliare disordinato, superficiale e spesso vano - come quando si scartabellano le riviste di dieci anni fa ammucchiate nella sala d’aspetto (‘Youtube: una nuova moda’). Mentre all’altro estremo abbiamo una ricerca d’archivio, che per quanto mobiliti e sondi con sveltezza vaste e sparpagliate masse di pagine è metodico, approfondito e concreto - come quando il giornalista scartabella i faldoni con le vecchie edizioni dei quotidiani locali per cercare di ricostruire una storia che non è finita.
Insomma, una parola sontuosa nella varietà di significati che apparecchia e nella finezza garbata dei suoi effetti comunicativi.