Sapido

sà-pi-do

Significato Ricco di gusto; arguto, spiritoso

Etimologia dal latino sàpidus, derivato di sàpere ‘aver sapore’, ma anche ‘avere intelligenza, avere senno’.

La capacità di definire il consueto in maniera precisa e sostenuta da un certo pensiero è fondamentale: altrimenti la lingua - e peggio ancora il pensiero stesso - si riduce a una banalità disarmante, priva di ogni autenticità, a un mero risolcare luoghi comuni. Una parola nota ma ricercata come ‘sapido’ va padroneggiata, perché permette proprio di dare spessore e vivacità a ciò che si vuole comunicare.

Con un’associazione vecchia di millenni, il sapido, che dapprima indica ciò che è gustosamente saporoso, diventa l’arguto, l’intelligente, lo spiritoso, l’umoristico. Basti pensare, a contrario, che lo sciocco è etimologicamente ciò che è senza sugo, senza sale.

Allora, così come può dirsi sapido il vino prodotto da viti affacciate sul mare ed esposte al vento salmastro, e sapide le verdure ben cotte e ben speziate, può essere sapida la battuta che l’amico fa a cena - e a cui, ridacchiando, ripensiamo il giorno dopo; può dirsi sapido lo scrivere del giornalista di cui ricerchiamo ogni articolo, curiosi e sicuri di trarne acuto divertimento; e sapidi i dettagli del pettegolezzo che non vediamo l’ora di raccontare alle malelingue nostre pari.

Quando portiamo in bocca questa parola, impieghiamo tutta la gagliarda forza di una metafora così antica da essere praticamente archetipica: il sapore è forse il primo fra i sensi, ed è naturale usarlo per descrivere, in positivo, le supreme qualità dell’arguzia e dello spirito. Un nesso così forte e così profondamente inciso nella nostra cultura che quasi non c’è bisogno di spiegarlo.

Parola pubblicata il 06 Marzo 2016