Vernale

Parole della scienza classica

ver-nà-le

Significato Invernale; primaverile. In astronomia, il punto vernale è quello in cui si trova la Terra, nella sua orbita intorno al Sole, all’equinozio di primavera

Etimologia nel primo significato, contrazione di invernale, nel secondo, voce dotta recuperata dal latino vernalis, da ver veris ‘primavera’; anche contrazione di invernale.

  • «Finalmente il Sole si trova nel punto vernale: è iniziata la primavera!»

In poesia si usa la parola ‘vernale’ come contrazione di invernale: lo fa Carducci in «e de la vita il fremito / fioco per l’aura vernal disperdesi»; e si usa la locuzione ‘crudo verno’ per indicare il cuore dell’inverno. Ma non è l’unico ‘vernale’ della nostra lingua: l’etimologia ci può restituire viceversa il significato di ‘primaverile’, quello che troviamo nel vernalis latino. Sembrerebbe un garbuglio difficile da dipanare, ma è una mera coincidenza, e (per la fortuna di chi scrive queste righe) l’argomento che segue non avrà a che fare specificatamente né con l’inverno né con la primavera, ma con il loro punto di contatto, che prende il nome Punto Vernale.

Un detto comune nelle scienze esatte recita che ‘Conoscere vuol dire misurare’, e la cosa è senz’altro vera in due campi specifici: geografia ed astronomia, dove per misurare si intende determinare le coordinate di un punto, terrestre o celeste che sia.

È noto che sulla Terra le coordinate geografiche si determinano in base alla latitudine ed alla longitudine, in cui la prima indica di quanti gradi verso nord o sud si trova una località rispetto all’Equatore, mentre la seconda indica un angolo che si misura ad est o ad ovest del meridiano fondamentale passante per Greenwich.

Analogo meccanismo si verifica nelle coordinate celesti: se immaginiamo di ingrandire la Terra fino a farle riempire l’intera sfera celeste, è immediato capire in cosa consistano l’Equatore ed i poli nord e sud celesti, che replicano gli stessi concetti della geografia. Dovendo dunque determinare la posizione di un corpo celeste sarà immediato misurarne la distanza angolare rispetto all’equatore celeste; ma quale meridiano di riferimento scegliere? Poiché la Terra gira sul suo asse, non avrebbe senso usare il meridiano di Greenwich sempre in movimento, ci vuole un riferimento fisso, esterno alla Terra; e fortunatamente c’è un modo naturale di determinarlo.

Oltre all’Equatore celeste esiste infatti in astronomia anche un altro cerchio fondamentale, quello dell’eclittica, ovvero la circonferenza lungo la quale si muove il Sole nel suo moto annuo apparente. I due cerchi si incontrano in due punti speciali, che sono gli estremi di una linea che prende il nome di Linea degli equinozi: è infatti quando il Sole transita per quei due punti che si verificano gli equinozi, i giorni dell’anno in cui a tutte le latitudini il giorno e la notte durano esattamente dodici ore; e di questi due punti, quello che vede il Sole passare dall’emisfero celeste sud a quello nord si chiama Punto Vernale, perché è proprio nel momento in cui avviene questo passaggio che inizia la primavera nell’emisfero nord della Terra.

L’altra estremità della linea degli equinozi è invece il punto in cui il Sole torna dall’emisfero nord a quello sud; e quando ciò accade, sempre nell’emisfero nord, inizia l’autunno. Per completezza, diremo che estate ed inverno iniziano quando il Sole si trova in ‘quadratura’ rispetto alla linea degli equinozi, ovvero quando l’angolo che separa il Sole dal punto vernale è esattamente 90°: i momenti ufficiali di inizio delle stagioni sono infatti determinati da ben precise costruzioni astronomiche e geometriche.

Abbiamo visto dunque che esistono due punti in comune fra equatore ed eclittica, e fra questi è fino dall’antichità che è stato scelto il Punto Vernale come riferimento nella misura delle coordinate celesti; il che è sensazionale, perché la scelta del meridiano fondamentale delle coordinate terrestri, quello di Greenwich, è stata operata non senza aspre polemiche fra i vari Stati che lo avrebbero voluto detenere, e non meno di duemila anni dopo.

Dunque nella determinazione delle coordinate celesti è tutto così facile, così definitivo? In realtà no, perché se non ci sono dubbi sul punto di longitudine zero, ci sono motivi che fanno ancora preferire come riferimento l’uno o l’altro dei due cerchi citati, l’equatore o l’eclittica, che sono alla base di due diversi sistemi di coordinate, chiamate rispettivamente equatoriali ed eclittiche.

Nelle coordinate equatoriali, si usa il nome di declinazione (altezza rispetto al piano dell’Equatore) al posto della latitudine, e ascensione retta al posto della longitudine, la quale viene misurata rispetto al meridiano fondamentale che passa per il punto vernale, e per i poli nord e sud celesti. Nelle coordinate eclittiche invece si replicano gli stessi nomi di quelle terrestri: latitudine, ovvero l’altezza rispetto al piano dell’eclittica, e longitudine, misurata a partire dal meridiano di riferimento che passa per lo stesso punto vernale e per i poli nord e sud dell’Eclittica (diversi dai poli nord e sud celesti).

Da questi accenni si vede come la misura delle coordinate astronomiche sia faccenda molto complessa. Tuttavia può rincuorarci il fatto che i due sistemi di coordinate abbiano almeno una cosa in comune: proprio il Punto Vernale; il quale, per soprammercato, concorre a decretare la fine dell’inverno, e l’arrivo (finalmente) della bella stagione!

Parola pubblicata il 06 Ottobre 2023

Parole della scienza classica - con Aldo Cavini Benedetti

La lingua è costellata di termini che parlano della scienza antica e classica, e dei suoi protagonisti. Con Aldo Cavini Benedetti, un venerdì su due recupereremo la loro splendida complessità.