Gnomone
gno-mó-ne
Significato Asta la cui ombra indica le ore negli orologi solari o meridiane; particolare figura geometrica che aggiunta o tolta a un’altra figura, specie rettangolo e parallelogramma, ne origina una simile
Etimologia voce dotta recuperata dal latino gnomon, prestito dal greco gnómon ‘asta graduata, regolo, squadra’, ma propriamente ‘conoscitore, giudice’, dalla radice di gnomé ‘conoscenza’.
Parola pubblicata il 11 Agosto 2023
Parole della scienza classica - con Aldo Cavini Benedetti
La lingua è costellata di termini che parlano della scienza antica e classica, e dei suoi protagonisti. Con Aldo Cavini Benedetti, un venerdì su due recupereremo la loro splendida complessità.
‘Gnomone’ è il nome di due cose totalmente distinte, accomunate dal fatto che possono avere forma di squadra… ma in effetti anche no! Tutto prende forma a partire da uno strumento umile, un’asta graduata, un regolo, una squadra: però propriamente il greco gnómon ci presenta nientemeno che il ‘conoscitore’, addirittura il ‘giudice’: è un termine derivato direttamente dalla radice di gnóme, ‘conoscenza’, e questo ci fa annusare come quest’asticella, questo regolo, siano da tenere di conto.
Iniziamo dallo gnomone in geometria. Se prendiamo un quadrato di carta e tagliamo via un quadrato più piccolo a partire da uno dei suoi angoli, quindi lasciando intatti gli altri tre angoli, otteniamo una figura a forma di L, proprio una squadra. Lo stesso procedimento si può replicare anche sui rettangoli, ottenendo squadre con lati asimmetrici: è proprio questo genere di figure geometriche a prendere il nome di gnomone, secondo un procedimento che si adatta anche ai parallelogrammi (i quali ovviamente non danno luogo a squadre ad angolo retto) e a diverse altre figure geometriche: l’aggiunta o la sottrazione dello gnomone genera figure simili.
Nell’altra accezione, di respiro più ampio, lo gnomone ha a che fare con le meridiane solari: è il nome dell’asta che proietta la sua ombra sul quadrante quando è illuminato dal Sole. Esistono vari tipi di meridiana, a seconda che abbiano montaggio a pavimento (orizzontale), equatoriale (parallelo al piano dell’equatore) o a parete (verticale). Le meridiane possono differire anche per l’ora segnata: se ne trovano infatti alcune che segnano l’ora Italica, in cui si fanno coincidere le ore ventiquattro con il tramonto del sole; e ci sono vari modi di montare l’asta: nel caso più frequente è parallela all’asse di rotazione terrestre, ma può essere montata anche perpendicolarmente al piano della meridiana, nel qual caso si torna al concetto di squadra – da cui il nome dello gnomone.
Indipendentemente dal tipo di meridiana e di gnomone, ciò che conta è l’estremità dell’ombra proiettata, la quale consente di determinare l’ora del giorno, ma non solo: poiché notoriamente la lunghezza delle ombre proiettate dal sole cambia con le stagioni, se una meridiana è sufficientemente grande e ben tracciata, consente anche di determinare la data con pochi giorni di scarto. Non male, per una semplice asta piantata nel terreno, o su un muro!
Secondo alcune fonti, inventore dello gnomone sarebbe stato Anassimandro, discepolo di Talete, nel VI secolo a.C.: a proposito di questi due personaggi è interessante fare una piccola digressione. Secondo Talete, la Terra era una grande zattera di pietra galleggiante su una distesa d’acqua, ed i moti di beccheggio provocati dall’agitarsi dell’acqua sarebbero stati causa dei terremoti. (Tutto ciò appare molto naïf, ma è già un bel passo avanti rispetto ai miti precedenti, come quello di Atlante, che sosteneva la volta celeste sulle spalle!)
Anassimandro non è d’accordo. Per lui la Terra non ha bisogno di galleggiare o di appoggiarsi a nient’altro: essa rimane ferma al centro dell’Universo, senza cadere, perché trovandosi appunto al centro non avrebbe motivo di scegliere una direzione specifica verso cui cadere o muoversi! Erano tempi in cui i Maestri avevano sempre un’autorità assoluta: il fatto che Anassimandro osasse esprimere un’opinione diversa fu forse il primo passo nella costruzione del metodo scientifico, in cui ogni nozione può essere, se necessario, sottoposta a revisione.
Da queste primizie di filosofia naturale si vede emergere un interesse specifico per la cosmologia, ed in questo senso lo gnomone è stato il primo strumento utile per cercare di decifrare il moto apparente del Sole; in più esso si è reso indispensabile per determinare il meridiano locale, ovvero della linea che passa sotto ai nostri piedi ed è orientata secondo la direzione nord-sud (a quei tempi non esisteva ancora la bussola).
Ecco dunque il procedimento necessario alla determinazione del meridiano, secondo la spiegazione che ne dà Tolomeo nel suo Almagesto: si pianti nel terreno a mo’ di gnomone un’asta perfettamente verticale (per questo è sufficiente servirsi di un filo a piombo); con uno spago si traccino intorno alla sua base alcuni cerchi di vario raggio, infine si segnino i punti in cui l’estremità dell’ombra dello gnomone tocca le stesse circonferenze nel corso del giorno. I punti che si ottengono bisecando i segmenti le cui estremità si trovano su ogni singolo cerchio, uniti fra loro e con la base dello gnomone, si trovano su una linea retta perfettamente allineata con il meridiano locale.
Lo gnomone astronomico dunque non è solo un’asta, non fa parte solo delle meridiane, ma è il più antico e fondamentale degli strumenti astronomici, perché senza conoscere il meridiano locale nessuna misura astronomica potrebbe avere luogo. L’unico suo difetto è che, in mancanza di Sole, non sarà disposto a rispondere ad alcuna delle nostre domande!