SignificatoMascherato; nascosto, velato, che si manifesta sotto altre apparenze
Etimologia propriamente participio passato di larvare ‘mascherare’, da larva nel senso di ‘maschera’ — prestito dal latino, dove significa ‘spettro, maschera’.
Abbiamo visto come è che la larva, prima che forma d’insetto, sia fantasma e maschera. Ricordiamo la prima progressione: in latino si dice larva lo spettro che torna a tormentare i vivi, e questo simulacro di un fu-umano diventa simulacro d’umano nel senso di maschera. ‘Larvato’ è un aggettivo elegantissimo che s’impernia proprio qui.
Ci parla di un ‘mascherato’, specie in senso figurato; quindi, qualifica ciò che si manifesta sotto altre apparenze. Questa è una terra di vaghezza e ambiguità, di dissimulazione e allusione, luogo di occulto, luogo d’inganno. E possiamo subito apprezzare il modo serio in cui il larvato, con la sua ricercatezza e il suo essere poco immediato, rinuncia a tutti i tratti carnevaleschi e teatrali del ‘mascherato’. In effetti la ‘larva’ nel senso di maschera tende a non avere questi caratteri — è più la maschera che s’indossa per non farsi riconoscere, per restare in incognito. Così il larvato approda a un non manifesto, a un velato che è tendenzialmente poco rassicurante.
Posso parlare delle intenzioni larvate che intuiamo dietro alla profferta generosa; dell’orgoglio larvato che muove il gesto apparentemente umile; dell’influenza larvata che una persona esercita su un gruppo; dell’accusa o della minaccia larvata che è però chiarissima per ogni persona presente; della disapprovazione larvata che si legge in filigrana in asciutte parole di elogio; della larvata malinconia che odoriamo in tutto il discorso.
Il pregio del larvato è d’essere esso stesso larvato — poco evidente, poco manifesto anche nel significato, liscio eppure vibrante. Privilegio delle parole meno battute, che evocano figure meno nette e strepitose.
Il velato — pure molto elegante — anche se è sotto il velo si vede, come si vede il Cristo velato: è solo parzialmente nascosto, al modo del bambino dietro la tenda coi piedi che spuntano. L’implicito ci costringe in una dimensione informativa e logica del discorso, in ciò che si può dedurre; il nascosto è piano, squadernato in piena vista con la parola più semplice. Se a questo aggiungiamo il carattere poco rassicurante che anticipavamo prima, otteniamo una conformazione di significato e sfumature davvero unica.
Abbiamo visto come è che la larva, prima che forma d’insetto, sia fantasma e maschera. Ricordiamo la prima progressione: in latino si dice larva lo spettro che torna a tormentare i vivi, e questo simulacro di un fu-umano diventa simulacro d’umano nel senso di maschera. ‘Larvato’ è un aggettivo elegantissimo che s’impernia proprio qui.
Ci parla di un ‘mascherato’, specie in senso figurato; quindi, qualifica ciò che si manifesta sotto altre apparenze. Questa è una terra di vaghezza e ambiguità, di dissimulazione e allusione, luogo di occulto, luogo d’inganno. E possiamo subito apprezzare il modo serio in cui il larvato, con la sua ricercatezza e il suo essere poco immediato, rinuncia a tutti i tratti carnevaleschi e teatrali del ‘mascherato’. In effetti la ‘larva’ nel senso di maschera tende a non avere questi caratteri — è più la maschera che s’indossa per non farsi riconoscere, per restare in incognito. Così il larvato approda a un non manifesto, a un velato che è tendenzialmente poco rassicurante.
Posso parlare delle intenzioni larvate che intuiamo dietro alla profferta generosa; dell’orgoglio larvato che muove il gesto apparentemente umile; dell’influenza larvata che una persona esercita su un gruppo; dell’accusa o della minaccia larvata che è però chiarissima per ogni persona presente; della disapprovazione larvata che si legge in filigrana in asciutte parole di elogio; della larvata malinconia che odoriamo in tutto il discorso.
Il pregio del larvato è d’essere esso stesso larvato — poco evidente, poco manifesto anche nel significato, liscio eppure vibrante. Privilegio delle parole meno battute, che evocano figure meno nette e strepitose.
Il velato — pure molto elegante — anche se è sotto il velo si vede, come si vede il Cristo velato: è solo parzialmente nascosto, al modo del bambino dietro la tenda coi piedi che spuntano. L’implicito ci costringe in una dimensione informativa e logica del discorso, in ciò che si può dedurre; il nascosto è piano, squadernato in piena vista con la parola più semplice. Se a questo aggiungiamo il carattere poco rassicurante che anticipavamo prima, otteniamo una conformazione di significato e sfumature davvero unica.