Simulacro

si-mu-là-cro

Significato Immagine o statua raffigurante una divinità, un eroe, un personaggio illustre; parvenza, vuota immagine esteriore; fantasma, ombra

Etimologia voce dotta presa in prestito dal latino simulacrum, derivato di simulare ‘rappresentare’, a sua volta da similis ‘simile’.

Questa parola riesce subito a dare la dimensione di una ricercatezza notevole: quando la sentiamo pronunciare o la vediamo scritta, l’impressione dell’altezza del discorso è immediata. E non senza ragione, anche se è un concetto tutt’altro che remoto.

Il significato di simulacro ci parla di apparenza, di simulazione — a un tempo venerabile e vuota. E lo fa in una maniera molto ricca. Anche secondo l’etimologia il simulacro non è altro che uno ‘strumento per simulare, per rappresentare’ (il suffisso -acrum è proprio di mezzi, strumenti, oltre che di luoghi), e nel suo primo significato lo è letteralmente.

Infatti il simulacro, prestito del latino simulacrum, nasce come effige, come statua che raffigura divinità, eroi, personaggi illustri. La riproduzione dell’immagine amplia il campo di presenza di chi vi è rappresentato. Non è proprio lui, è solo simile, somigliante, un mezzo per simularlo, eppure c’è, può ispirare, può ostendere la sua forza e il suo potere, può essere oggetto di venerazione e di ammirazione.

L’estensione di significato che fa del simulacrum l’ombra, il fantasma, lo spettro, ci aiuta a comprendere meglio come il simulacro sia una forma, un riflesso, che nella sostanza non è o non è più quel qualcuno o quel qualcosa che rappresenta — simulazione imperfetta. Ha un’apparenza e il potere dell’apparenza, un’immagine esteriore fedele, senza la vitalità originaria. E questa descrizione abbraccia tanto il simbolo pieno quanto il guscio vuoto.

Proprio la mancanza di vitalità del simulacro, statua o effige o spettro che sia, lo inchioda in una fissità senza germogli, per quanto eloquente. L’amico che ha le sue teorie ci spiega come le libere elezioni siano solo un simulacro di libertà, un’antonomasia trasforma una persona storica in un simulacro caricaturale, l’istituzione di antico prestigio si è ridotta a un simulacro — mentre al museo si trovano i simulacri del culto di Iside, in chiesa svetta il simulacro del patrono, e nella simbologia del quadro si nota l’uovo come simulacro dell’uno e del mondo.

Una rappresentazione. Che collega, echeggia e richiama ciò che rappresenta, come un simbolo, come un ponte. O che si stacca, si svuota e rimane, a vedersi, simile: prima rovina, conchiglia, guscio.

Parola pubblicata il 12 Marzo 2020