Fantasma

fan-tà-sma

Significato Spettro, ombra, immagine di persona defunta; essere malridotto; essere senza autorità; immagine illusoria creata dalla fantasia, pensiero angoscioso e ossessivo, proiezione di desideri inconsci; come aggettivo, abbandonato

Etimologia voce dotta, recuperata dal latino phántasma, che è dal greco phántasma, derivato di phantázein ‘apparire’.

Ovviamente c’è da parlare di lenzuoli bianchi e catene che sferragliano, ma visto che questa parola è colossale, è importante cercare di scoprirne la vena primaria: ci sono alcune sfumature sottili da cogliere.

‘Fantasma’ è una parola che viene recuperata in italiano alla fine del Duecento, e si manifesta al femminile. ‘La fantasma’, all’orecchio inusuale e bellissima. E inizia la sua carriera raccontando l’immagine spettrale della persona defunta - un significato piuttosto specifico. Ci vorranno un paio di secoli (le prime attestazioni sono di Savonarola!) perché ‘fantasma’ prenda il genere con cui lo conosciamo e un respiro più vasto di significati, portandoci nel grande alveo delle apparizioni, delle manifestazioni, delle impressioni, delle fantasie allucinate di cui le larve dei morti sono solo una specie.

Cercando di toccare il nocciolo, il fantasma ci descrive un’immagine (un’entità, una figura, un pensiero) che per quanto sia percepibile, che per quanto compaia, è vuota, impalpabile - se non morta, sospesa in uno stato simile alla morte. Non ha sostanza, non ha realtà, vitalità, fertilità, corpo. Un’ombra che senza vibrare può avere voce, che può spaventare o attrarre. Se è un fantasma quello che infesta il castello scozzese, si dice fantasma la persona ridotta malissimo, che sembra il guscio rovinato di quella che era, o chi pur formalmente in carica sia del tutto privo di autorità, come un fantasma di presidente, di imperatore; il villaggio fantasma è abbandonato intatto e immobile, la parola fantasma entra nei dizionari senza essere mai stata usata, frutto solo di errori di trascrizione perpetuati; lusinghiero il fantasma di un successo facile, terribile il fantasma di una minaccia ipotetica, indecifrabili i fantasmi dell’animo umano che il regista tenta di rappresentare; i fantasmi del passato non sono spettri antichi, ma le angosce ossessive che pur sepolte tornano a inquietare la vita, e nei fantasmi vagheggiati nell’intimità del sogno si possono leggere le trame più riposte di un cuore.

In tutte queste diverse accezioni, il fantasma si mostra sempre come un riflesso smorto o distorto, un abbaglio, un’apparizione che non si sa se è realtà o miraggio, se è insidiosa o autentica. Impenetrabile, minaccioso, incerto, triste fratello della fantasia.

Parola pubblicata il 20 Maggio 2019