Larva
làr-va
Significato Spettro, ombra, parvenza inconsistente; maschera; stadio giovanile di animali soggetti a metamorfosi
Etimologia dal latino larva ‘spettro, maschera’.
- «Non è una soluzione, è la larva di una soluzione.»
Parola pubblicata il 28 Maggio 2025
Significati molto diversi, ben divaricati, e però organici, che procedono l’uno dall’altro — e curiosamente l’ultimo e più particolare è quello più consueto. L’occasione che ci offre la larva è davvero ghiotta, come tutte quelle in cui si può usare una parola nota in maniera insolita e inattesa.
La conosciamo soprattutto come stadio giovanile di animali soggetti a metamorfosi. Non hanno l’aspetto che avrà l’animale adulto: classicamente i bruchi sono gli stadi larvali dei lepidotteri come farfalle e falene, ma sono larve anche quelle che di tenebrione mugnaio che troviamo nella farina, e quelle d’ogni genere che si trovano smuovendo la terra all’inizio della primavera.
Fu Linneo, celebre naturalista svedese del Settecento e padre della moderna classificazione degli organismi viventi, a dare questo nome a queste robe. E lo diede loro avendo presente i significati precedenti di larva in latino.
La manifestazione di una larva, nell’antichità romana, non era cosa dappoco. Infatti era lo spettro, specie quello che torna a tormentare i vivi — ma anche, più in genere, lo spirito, o perfino lo scheletro animato. Cose macabre, insomma.
Questa è la larva di quando parliamo di come il periodo di preoccupazioni ci riduca a larve, dell’amico che rivediamo dopo tanto tempo ed è la larva di sé stesso, della larva di amministrazione che ci ritroviamo nel condominio, o della larva di successo bramata dalla collega. Fantasma, ombra, parvenza inconsistente, apparenza vana, in un registro elevato, finissimo.
Procedendo, il passaggio forse più interessante nella storia della larva è già interno ai significati latini: lo spettro si fa maschera. Continuità semantica fra meri simulacri. Una larva di trucco rende qualcuno quasi irriconoscibile, vediamo il vero sentimento dell’amica sotto la larva della gioia, e in soffitta restano ammucchiate larve di carnevale scompaginate. Anche qui, la ricercatezza si fa sentire, forse perfino di più.
Linneo vide nello stadio larvale la maschera che copre l’insetto — ennesimo degli innumerevoli casi in cui la scienza, nel dire i propri nomi, si è fatta portare in spalla dalla poesia.
Di qui, la pervasività dell’osservazione di queste larve — presenza di certo più concreta di quella degli spettri, e anche delle maschere — le ha rese le larve per antonomasia, con uno slittamento intenso rispetto a tutto quello che era stato nei millenni precedenti. La bella opportunità è che i significati classici si elevano a risorse squisite per una serie di significati che altrimenti, dallo spettro alla parvenza, risultano spesso didascalici e drammatici.