Avello

a-vèl-lo

Significato Tomba, sepolcro, sarcofago

Etimologia dal latino labellum ‘piccolo bacino’, diminutivo di lavabrum o labrum, derivato di lavare ‘lavare, bagnare’.

Qualcuno lo avrà già notato: la ricercatezza aulica e funerea dell’avello e la familiarità pratica e allegra del lavello sono sorelle. Dopotutto ci parlano entrambe di una conca, di un bacino: che raccolga la viva acqua per lavare o nasconda un cadavere cambia poco - almeno in linea teorica. Ma godiamoci ancora un attimo il paradosso: una parola letteraria frutto di una sgrammaticatura grossolana, che fa della ‘l’ iniziale un articolo, come se si parlasse dell’abirinto del Minotauro, dell’ampione che fa luce in strada. È anche rassicurante: i nostri goffi errori fra mille anni potranno essere apprezzati come finezze dotte.

Ora, ‘avello’ può essere usato genericamente per ‘tomba, sepolcro’, ma è bello considerare in maniera presente che la sua immagine fondamentale resta quella dell’arca sepolcrale, del sarcofago. In effetti senza coperchio ha tutta l’aria di un lavatoio, di un abbeveratoio; e in effetti ancor più bruti, per lunghi secoli gli avelli antichi delle necropoli abbandonate sono stati davvero usati come vasche, con questi fini poco fini.

Ovviamente questa parola può essere usata con serietà in ambito sepolcrale: portati a trovare morti mai conosciuti, i bambini corrono meravigliati fra gli avelli; alle pareti della chiesa si ammassano avelli severi e fastosi. E figuratamente, appena mi vengono due linee di febbre giaccio come se dovessi scendere nell’avello, ho comprato il telefono sei mesi fa ed è già pronto per l’avello, il film che doveva essere la grande novità puzza d’avello.

È un termine alto e ricco, che imposta il discorso su un registro ricercato, ma è anche piuttosto pronto nella memoria popolare: una ricchezza facile da spendere.

Parola pubblicata il 19 Giugno 2018