Calma

càl-ma

Significato Bonaccia, assenza di vento, stato di quiete del mare; serenità, tranquillità

Etimologia dal latino tardo cauma, che è dal greco kauma ‘vampa, calore ardente’.

Ancora una volta ci ritroviamo davanti a una parola più che quotidiana con un’etimologia tanto stupefacente quanto poco nota.

Al sentimento di calma si arriva dalla situazione di calma; e se ci viene chiesto di pensare a una situazione di calma le immagini che ci possono venire in mente sono un’infinità: l’amaca ondeggiante e il libro sul petto, i piedi nel torrente con le chiome degli alberi che si stagliano frastagliate sul cielo, l’ufficio deserto. Situazioni in cui poco si muove, e c’è silenzio, al massimo amichevoli rumori di fondo. Ma nessuna situazione è ineluttabilmente calma come quella della calura ardente - giusto quella di cui ci parla l’etimo. Pensiamo alle tre di pomeriggio del giorno di fine luglio, quando dall’interno del bar osserviamo la piazza immota nel riverbero di pietra e asfalto; pensiamo alla vista di un paesaggio di campagna abbacinante, dove non c’è rumore oltre al frinire delle cicale, dove l’unica energia espressa è quella del cielo rovente; pensiamo alla barca sull’acqua, stretta fra sole cocente e mare, senza un filo di vento che muova la vela o increspi le onde. Anzi, giusto quest’ultima immagine è alla base della calma nel significato di bonaccia, di assenza di vento, di immobilità del mare.

Da qui, dal carattere di queste situazioni, emerge la calma interiore, uno stato di quiete in cui proprio perché nulla si muove tutto è sotto controllo, sereno come un cielo dipinto. Si pregusta la calma che ispira il camino scoppiettante, dopo il lungo sforzo ci ritroviamo spossati ma in uno stato di completa calma, e calma, gli antipasti stanno per essere serviti.

Ma tornando un secondo all’etimo: bello, bello, bello che il concetto astratto sia indotto da un’immagine con così tanto mordente, così viva e presente nell’immaginario nostro e dei nostri avi.

Parola pubblicata il 18 Settembre 2017