Omertà

o-mer-tà

Significato Solidarietà volta a nascondere alla legge l’autore di un misfatto, per interesse o timore di vendetta; regola della criminalità organizzata

Etimologia forse da una variante napoletana di umiltà, intendendo la regola di obbedienza imposta agli affiliati ad un’organizzazione mafiosa; ma più probabilmente è voce di origine siciliana, affine a omo, intendendo l’omertà come virilità, come qualità dell’uomo d’onore; in questo senso, potrebbe essere un adattamento dallo spagnolo hombredad virilità, da hombre uomo.

L’omertà, sia come regola interna imposta agli affiliati di un’organizzazione mafiosa, sia come consuetudine culturale dettata dalla presenza sul territorio di organizzazioni del genere, consiste in un vincolo di solidarietà volto alla protezione dei malviventi. Il silenzio davanti al crimine viene spacciato per virtù virile, per cifra d’onore: non ci devono essere denunce, nessuno deve essere testimone di niente, e men che meno accusatore. Ne va dell’Onorata Società, e tutti, affiliati in primis, devono essere omertosi. La legge, entità spregevole, non deve essere tirata vigliaccamente in ballo: ciò che è ammissibile, semmai, è soltanto la vendetta personale, il regolamento di conti fra uomini d’onore.

Si tratta di un concetto fortemente emblematico di quel distorcimento grottesco di valori che operano le criminalità organizzate: il servaggio interessato e l’ossequio impotente davanti ad una società fondata sulla sopraffazione diventano situazioni positive; la ribellione democratica attraverso la legalità e la ricerca di una libertà autodeterminata diventano situazioni da reprimere con violenza. Certamente infrangere il compatto muro dell’omertà comporta gravi rischi: quanti imprenditori sono scomparsi dopo aver denunciato chi gli chiedeva il pizzo? Ma tentare di far svaporare quel muro, con coraggio eroico, è cifra di un’umanità altissima, consapevole del bene e del male, disposta al sacrificio pur di non confonderli - esempio, per gli omertosi, delle vere qualità dell’onore.

Parola pubblicata il 17 Agosto 2013