Sensibile

sen-sì-bi-le

Significato Che può essere percepito attraverso i sensi; che può percepire con i sensi; che avverte e registra uno stimolo; che è particolarmente ricettivo verso gli stimoli intellettuali o sentimentali; delicato

Etimologia dal latino sensìbilis, derivato di sentire ‘percepire’.

Parrebbe una parola del tutto innocua, oltre che ben nota e priva di retroscena interessanti - ma è in realtà molto complessa, e in particolare subisce spesso una certa perversione dovuta a un’estensione semantica non lineare su cui è il caso di proiettare un occhio di bue.

Questo aggettivo vive sia con significati passivi, sia con significati attivi - descrivendo sia ciò che può essere sentito (specie con una certa evidenza), sia chi o ciò che sente. Così si può parlare tanto del mondo sensibile, di una sensibile variazione di temperatura, della bellezza sensibile di un quadro che ci tocca prima della sua meraviglia ideale, quanto di uno strumento molto sensibile, dello spirito sensibile del poeta, di quanto siano sensibili certi animali. In questi ultimi casi il ‘sentire’ si emancipa dagli organi di senso, sia perché lo strumento avverte e registra senza sentire (ma qui un filosofo potrebbe versare fiumi di inchiostro), sia perché gli stimoli intellettuali, estetici, sentimentali, pur giungendo a noi tramite i sensi, dispiegano i loro effetti con una elaborazione successiva.

Molto spesso ‘sensibile’ è usato come sinonimo di delicato, vulnerabile, esposto. Pensiamo alle pelli sensibili, agli obbiettivi sensibili, ma anche alle persone sensibili. La ragione c’è: un apparato - umano o strumentale - che facilmente recepisce degli stimoli ha una complessità che si può tradurre in fragilità: insomma, è più facile rompere un termometro che rompere un martello. Ma sono caratteri che è intelligente mantenere separati: il fatto che il poeta abbia un animo sensibile non vuol dire che è debole. Qui sta la facile perversione: la sensibilità, quale capacità di recepire uno stimolo, è sempre una virtù, è sempre un vantaggio - e in sé non è mai una debolezza, come invece spesso è dato a intendere. Semplicemente, come l’evoluzione e l’anatomia ci insegnano, proprio per la loro superiore raffinatezza gli apparati più alti devono essere protetti.

Parola pubblicata il 02 Agosto 2016