Usbergo

u-sbèr-go

Significato Armatura in maglie o lamine metalliche in uso nel Basso Medioevo; corazza; difesa, protezione

Etimologia dall’ipotetica voce francone halsberg ‘protezione del collo’.

Quello di questa parola è un caso curioso: nonostante si possa ormai classificare come letteraria, non è poi così rara. La desuetudine non è binaria, e nella sua scala l’usbergo non siede sui gradini delle parole sepolte - si continua a usare, poco, ma a ragione.

Il suo significato è semplice: l’usbergo è un tipo di armatura, un camicione a maglie o lamine di metallo - riedizione un po’ più sofisticata ed estesa delle cotte di maglia che spopolavano in Europa da prima di Cristo, il cui nome, per arrivare a noi, ha probabilmente cavalcato le canzoni di gesta francesi. Ben altre armature si preparavano a entrare in voga, ma l’usbergo è rimasto, eccellente, tanto da acquisire il significato generico di armatura, corazza.

Ora, non serve essere grandi poeti per intendere come è che figuratamente si possa usare questo termine. Non serve… per quanto la prima attestazione di rilievo di quest’uso sia giusto nel XXVIII dell’Inferno, la buona compagnia che l’uom francheggia/ sotto l’asbergo del sentirsi pura (la buona compagnia che rassicura con la corazza della sua purezza è, al verso precedente, la coscienza: Dante passa fra i seminatori di scismi, che vengono orrendamente smembrati da diavoli spadaccini, sta per raccontare di Bertran de Born, barone e trovatore francese, che se ne va reggendosi la testa mozza in mano come un lume, e avrebbe qualche remora a raccontarcelo, tanto è incredibile e pauroso, ma la sua coscienza pura lo fa forte, fine della parentesi dantesca). Comunque, poeti e no, si respinge ogni sospetto con l’usbergo di una morale specchiata, si resiste al fallimento con l’usbergo di una fiducia assoluta nelle proprie capacità, e si può parlare di chi usa il suo potere in modo abusivo sentendosi forte dell’usbergo di amicizie altolocate, e dell’usbergo dell’amore di mamma che non ci lascia mai nudi.

Non è una corazza da nave o da armadillo, non rinserra come un’armatura: l’usbergo, pur col suono serio e aggressivo del suo nome (sb-r-g), ha un fascino demodé, quasi cerimonioso. E la frase in cui è usato non passa inosservata.

Parola pubblicata il 23 Gennaio 2019