Alea
à-le-a
Significato Rischio, pericolo, incertezza
Etimologia voce dotta recuperata dal latino alea ‘dado, gioco d’azzardo, rischio’.
Parola pubblicata il 25 Agosto 2021
à-le-a
Significato Rischio, pericolo, incertezza
Etimologia voce dotta recuperata dal latino alea ‘dado, gioco d’azzardo, rischio’.
Parola pubblicata il 25 Agosto 2021
Da ‘alea’ nasce l’aggettivo ‘aleatorio’, che è senz’altro più corrente — anzi è consueto sentirlo in discorsi sostenuti, che vogliano il tenore di una certa ricercatezza, per significate il casuale, ciò che dipende dalla sorte. Facendo roteare il vino nel calice posso parlare dei risultati aleatori di un’operazione, dell’ingenuità dell’affidarsi a un esito aleatorio. ‘Alea’ ha una ricercatezza più spietata, e molto interessante.
Se l’aleatorio è il rischioso, che varia in base alla fortuna, l’alea è il rischio stesso — un significato dritto, e tutto sommato facile. E sentiamo subito che differenza di suono c’è fra ‘rischio’, e magari ‘pericolo’, così schioccanti, rotti e ruvidi, rispetto alla lenta, vibrante esalazione a bocca ferma dell’alea — tre sillabe in quattro lettere — aerea come il futuro.
Per capirla appieno va notato che prima d’essere il pericolo, il rischio, la sorte, l’alea latina è il dado — e per estensione il gioco d’azzardo. Ma questo è noto anche nella cultura popolare: quando Cesare varca il Rubicone, che dice? «Alea iacta est!», che si traduce classicamente con ‘il dado è tratto’, anche se a tenerla pulita dovrebbe essere un ‘il dado è lanciato’ — e a dirla tutta importanti fonti classiche (come Plutarco) ci dicono che la frase l’ha detta in greco ed era comunque diversa, «anerríphtho kýbos» cioè ‘sia lanciato il dado’, ma tant’è.
Il termine è recuperato dal latino nel Trecento, e la sua fortuna non ha fine. Rischio, pericolo, sorte, caso, incertezza e via dicendo sono tutte parole comuni — e si sa che il volgo, ahilui, è inerme e poco perspicace davanti alle alternanze delle fortune. Invece l’alea, per il suo permanente tratto dotto, ha una vena padrona, nel parlare di rischio e incertezza — sembra tutto più calcolato, già contemplato e ponderato da una mente limpida e metodica, e quindi in una certa misura già dominato. Sembra, ma si sa, le impressioni che diamo sono importanti.
L’amica potrà parlare con competenza delle aziende esposte all’alea dell’oscillazione dei prezzi, mentre il consorzio tutela i suoi associati dall’alea di una produzione agricola periclitante, e l’alto artigiano accetta il difficilissimo lavoro di restauro ma mettendosi al riparo dall’alea di un risultato infelice.
In diritto l’alea (insieme all’aleatorio) prende un senso specifico di incertezza riguardo ai risultati di un negozio; se in un contratto commutativo — tu mi vendi questo libro — niente è rimesso al caso, altri possono contemplare o costruirsi su un’alea, una variabilità nei risultati che potrà avvantaggiare una delle parti a seconda di quello che accadrà. Per fare un esempio senza scrupoli dottrinali, pensiamo al vitalizio per cui la lontana prozia mi cede un collier di diamanti (che le fu donato, pare, da D’Annunzio), e io m’impegno a mandarle ogni settimana finché campa una bottiglia di barolo di Monforte — con l’alea della durata della prozia. O più semplicemente, all’alea dell’assicurazione che abbiamo sottoscritto.
Una parola fine, elegante, da discorso forte e impressionante.