Anastatico

a-na-stà-ti-co

Significato Di riproduzione fotolitografica o fotografica di un testo a stampa, con cui si ottiene una matrice uguale a quella della stampa originale

Etimologia dall’inglese anastatic, che attraverso il francese anastatique è derivato del greco anástasis ‘risurrezione’, che è un derivato di anístamai ‘sorgere, risorgere’, in quanto da hístamai ‘stare’, col prefisso ana- ‘in su’.

È splendido quando pratiche moderne, fascinose e accattivanti si vestono con sprezzatura di nomi enormi. Lo vediamo nell’anastatico, emerso in italiano alla fine dell’Ottocento come prestito dall’inglese, ma proprio come appare anche al naso meno allenato è di origine greca — e ci parla nientemeno che di risurrezione.

Se il libro che sto comprando mi informa che è una ristampa anastatica, intende che è la fedele riproduzione di un originale. Tendenzialmente le ristampe anastatiche sono create per rendere disponibili per un pubblico vasto — più di quello estremamente specialistico o estremamente abbiente che può acquistare o consultare tomi antichi o preziosi — prodotti editoriali di un passato distante, o estremamente rari, che però testimonino, nella loro veste editoriale originale, un valore artistico e storico di grande rilievo, a cui può essere interessato il grande pubblico.

Prendiamo un caso emblematico? L’Hypnerotomachia Poliphili (che abbiamo già avuto modo di tirare in ballo un paio di volte) è un libro del 1499, altamente enigmatico, passato alla storia per la sua veste grafica — tanto squisita nelle sue molte incisioni da renderlo uno dei libri più concupiti dai bibliofili. Ne sono state fatte molte ristampe, ma casa editrice Adelphi ne ha fatto una ristampa anastatica: questo vuol dire che, copertina e note editoriali a parte, il libro è tal quale l’Hypnerotomachia Poliphili originale, stampata da Aldo Manuzio. Alla stessa maniera, sono state fatte ristampe anastatiche del Vocabolario degli Accademici della Crusca nella prima edizione del 1612, vengono fatte ristampe anastatiche di edizioni di pregio della Commedia e via dicendo.

Ora, per procedere con una ristampa anastatica serve una tecnologia speciale — che dà ragione della giovinezza del termine: la fotografia. In particolare è servita l’invenzione di un procedimento fotolitografico per fare dell’impressione fotografica una nuova matrice per la stampa. E perché questo processo ottenesse il migliore risultato, con espedienti chimici, prima della cattura della luce su lastra, si ravvivavano i colori della pagina (magari i secoli avevano sbiadito testi e incisioni). È da questo ravvivamento che si fa il passo verso la risurrezione (anástasis è un derivato di anístamai ‘sorgere, risorgere’, in quanto viene da hístamai ‘stare’, col prefisso ana- che descrive un’elevazione). Oggi si fa prima e meglio con tecniche digitali.

Ma è questa l’immagine: i tratti e il colore risorgono da carte smorte e vengono trasferiti su matrici nuove, e ristampati per le masse (più o meno). Il nome è magniloquente ma non si può dire che non calzi. Ed è anzi piacevole far echeggiare i nostri discorsi di un termine del genere — che all’ombra dell’anastasi per antonomasia, quella di Cristo (la Rotonda della Basilica del Santo Sepolcro, costruita sopra il Sepolcro stesso, è anche nota in breve come Anastasis) si rivela buono per le piante disseccate che ritrovano l’acqua e risorgono (la Rosa di Gerico è nota come Anastatica hierochuntica) e per i libri.

Parola pubblicata il 23 Giugno 2021