Brado

brà-do

Significato Non addomesticato, selvatico, libero

Etimologia etimo incerto. Probabilmente variante di bravo, che anticamente riferito all’animale significava ‘selvaggio, indomito’, derivato di barbarus.

Questa parola non è solo esatta ed elegante, è eccezionalmente vivida. Lo stesso discorso sulla sua etimologia è acceso, e non presenta soluzioni pacifiche: la sintesi più accreditata è tutta un’articolazione di incroci e dissolvenze fra termini e significati. Possiamo dire che molto probabilmente è una variante di ‘bravo’, una delle parole più caratteristiche e complesse della nostra lingua. Questo ci richiama in origine il barbarus latino, giunto dal greco, e in riferimento agli animali quella nuvola di significati di rozzezza e ferocia che lo accompagnavano si è coagulata nel non addomesticato, nel selvaggio. Ma è del tutto palusibile che per arrivare al ‘brado’ sia stata necessaria l’influenza del longobardo braida ‘pianura aperta’. Quadro non limpido ma suggestivo.

Nel brado troviamo quindi il selvatico: lo vediamo trascorrere le pianure, lontano dalle città e dall’uomo, e dalle sue convenzioni. Non è addomesticato: e se questo da un lato ce lo presenta in uno stato grezzo, dall’altro lo manifesta come assolutamente libero. Questo è il nocciolo dell’ambivalenza del brado. Lasciamo perdere lo ‘stato brado’, locuzione fin troppo usata: possiamo parlare dei pensieri bradi, non irreggimentati in una forma ma fertili; possiamo parlare di uno stile brado, tutt’altro che fine ma forte di una libertà euforica; della vita brada dello studente fuorisede, che fa alzare più di un sopracciglio e che però è turbinosamente piena.

Risorsa fine, risorsa gagliarda. E per la cronaca, non ha niente a che vedere col bradi-, primo elemento di parole composte, che viene dal greco bradys ‘lento’, e che per esempio troviamo nella bradicardia (rallentamento del battito cardiaco) e nei movimenti bradisismici della terra.

(Ma torniamo ancora un momento sull’etimologia, in generale. È quella più complessa e discussa, quella che ci lascia senza una risposta che si possa scrivere in una riga di dizionario, a renderci meglio ragione del fenomeno della lingua; è proprio quella lì che ci evoca alla mente le centinaia di migliaia di vite di parlanti che si sono susseguite, in un continuo, indomabile - brado - scambio di parole incrociate, poi sedimentate nelle nostre parole.)

Parola pubblicata il 10 Ottobre 2017