Brontosauro
Le parole dei dinosauri
bron-to-sàu-ro
Significato Nome comune del dinosauro del genere Brontosaurus
Etimologia composto dalle parole greche bronté ‘tuono’ e sâuros ‘lucertola’: lucertola dal passo tonante.
- «È entrato nella stanza con la grazia di un brontosauro.»
Parola pubblicata il 13 Maggio 2024
Le parole dei dinosauri - con Andrea Cau
Sono parole complesse, difficili da comprendere, dalle storie magnetiche e sconosciute... e che però sono anche parole dell'infanzia, parole che continuano a risuonare lungo tutta la nostra vita. Sono le parole dei dinosauri e della paleontologia, e con Andrea Cau, paleontologo e divulgatore, autore della serie di libri "La rivoluzione piumata", ne scaveremo una un lunedì su due.
Alla fine dell'Ottocento, l’elemento greco ‘bronto-’, inteso come ‘dal passo che genera un tuono’, era molto di moda tra i paleontologi, i quali amavano enfatizzare le dimensioni colossali di qualche nuove specie fossile attribuendole un epiteto tonante. Ecco così nascere il brontoterio (la bestia del tuono), il brontornite (l'uccello del tuono) ed il più famoso di tutti, il brontosauro, la lucertola del tuono.
‘Brontosauro’ è un raro caso di nome di animale ormai estinto la cui storia è più travagliata di quella degli stessi fossili che gli danno sostanza concreta. Per non perdersi nella contorta vicenda nominalistica, è bene distinguere tra il nome comune, ‘brontosauro’, e quello scientifico, Brontosaurus, il quale deve sempre essere scritto con iniziale maiuscola.
La travagliata vicenda del nome ‘brontosauro’ ha inizio nel 1879, quando un celebre paleontologo statunitense, Othniel Charles Marsh, battezzò i resti di un enorme dinosauro, appena scoperti nel Selvaggio West, col nome di Brontosaurus. Due anni prima, lo stesso Marsh aveva battezzato anche un altro dinosauro gigante, sempre dal West, e gli aveva dato il nome di Apatosaurus (‘lucertola ingannevole’, apáte in greco è ‘inganno’).
All'inizio del Ventesimo Secolo, dopo la morte di Marsh, gli studiosi iniziarono a sospettare che forse avesse un po' esagerato nel creare nuovi generi di dinosauro da ogni singolo scheletro scoperto, e conclusero che i due dinosauri chiamati Apatosaurus e Brontosaurus fossero il medesimo genere di animale. In questi casi le leggi della tassonomia, che regolano come creare i nomi scientifici delle specie, sono chiare: quando si scopre che due nomi diversi sono stati dati allo stesso animale, il nome istituito per primo è il solo valido, mentre l'altro deve essere abbandonato. Il povero Brontosaurus fu soppiantato per due anni di scarto da Apatosaurus.
Pertanto, per oltre un secolo, quasi nessun paleontologo utilizzò più il nome Brontosaurus per riferirsi a quel dinosauro negli articoli scientifici. Ma il caso volle che negli stessi anni di inizio Novecento durante i quali la vicenda terminologica si era consumata nel chiuso dei dipartimenti di paleontologia, il nome ‘brontosauro’ avesse fatto presa a livello popolare, catalizzato dagli spettacolari scheletri che sempre più frequentemente erano esposti nei musei. Il brontosauro era divenuto un'icona popolarissima, l'archetipo del dinosauro erbivoro gigante, dal lungo collo e dalla lunga coda, zampe gigantesche come colonne, e passo solenne, e nessuno era disposto ad abbandonarlo per assecondare delle regole di nomenclatura. Il brontosauro aveva ormai un destino del tutto slegato da Brontosaurus, il reietto sinonimo del genere Apatosaurus.
Ma la vendetta di Brontosaurus è arrivata, nel Ventunesimo Secolo. Nel 2015, un gruppo di paleontologi ha ripreso in mano l'intera faccenda, scoprendo che sì, i due scheletri scoperti nell'Ottocento sono molto simili, ma non identici. Possono quindi essere distinti a livello di genere, e Brontosaurus è stato riabilitato. Anche se fondata unicamente su basi scientifiche, in molti hanno visto in questa decisione un modo per ricomporre finalmente l'equilibrio tra il nome tecnico e quello popolare del più iconico dei dinosauri giurassici.