Cagliostro

ca-gliò-stro

Significato Avventuriero, imbroglione

Etimologia da Cagliostro, pseudonimo di Giuseppe Balsamo, vissuto nella seconda metà del Settecento.

Quello dell’antonomasia è un meccanismo potente: il nome di una persona diventa concetto. Ovviamente deve trattarsi di una persona che ha incarnato quel concetto, quei caratteri con una forza speciale, e quindi si tratta di persone a loro modo straordinarie. Nel Novecento si è iniziato a usare come antonomasia il nome di Cagliostro, insieme all’aggettivo ‘cagliostresco’ (da Pirandello in poi, pare). Se però non ci accontentiamo degli epitaffi scritti sui dizionari — ‘avventuriero, imbroglione’ — e vogliamo intendere meglio il modello su cui si fondano questi significati, dobbiamo cercare d’intendere meglio chi (ci è tramandato) sia stato Cagliostro.

Cagliostro (conte di Cagliostro) è uno pseudonimo: il suo vero nome era Giuseppe Balsamo, italiano, nato a Palermo, e le gesta della sua vita si collocano nella seconda metà del Settecento, coevo di Casanova e di Goethe. Trascorse tutta l’Europa, e paese che andò prigione che trovò: innumerevoli volte fu incarcerato per le sue truffe, volentieri imperniate su esoterismi alchemici con cui pretendeva di accrescere gioielli e di trasformare, ça va sans dire, il piombo in oro. Visse come poveraccio e principescamente quando riusciva ad acquisire ascendente su gente facoltosa, sfruttò la prostituzione di sua moglie (anche, dice qualche avvertito, in favore di Giacomo Casanova), prendeva prestiti senza restituirli, fu al centro di vicende e scandali di risonanza internazionale, frequentò e fondò logge massoniche e mise a punto riti iniziatici — che peraltro segnarono la sua incarcerazione finale a vita come eretico.

La sua fu certamente una vita avventurosa, ma altrettanto certamente non è stata mai intesa come modello positivo; fascinosa sì — tanto che Goethe ne trasse ispirazione per alcune sue opere teatrali (e pare abbia pagato certi suoi debiti) — e guidata da un’intelligenza autocratica, ribelle, rara e bizzarra, capace di ogni manipolazione più che di accedere a dottrine sofisticate. Ma infine maliziosa e fallimentare.

Così possiamo parlare del cagliostro che in viaggi lussuosi è riuscito a raccogliere grandi somme da far investire in criptovalute prima di sparire nel nulla col malloppo, dell’inclinazione cagliostresca dell’amica che cerca di cedere a gran prezzo i diritti sul suo brevetto insulso, mentre alla festa tutti gravitano intorno a un cagliostro che ha un sacco da raccontare.

Non è con i significati di un’antonomasia che si coglie l’essenza intima di una persona, vera o fittizia che sia: ce ne lascia solo un simulacro caricaturale, che ha una parte di verità. Di rado l’antonomasia, col suo appiattimento, è un destino felice, e la verità di Giuseppe Balsamo è perduta. Ciò nonostante, usi del nome ‘cagliostro’ come quelli che abbiamo visto hanno un’aura insieme ricercata e popolare, che mostra la forza di chi sa dare a concetti astratti volti storici.

Parola pubblicata il 20 Gennaio 2020