Capitare
ca-pi-tà-re (io cà-pi-to)
Significato Arrivare, specie per caso; accadere; presentarsi per caso
Etimologia attraverso l’ipotetica forma del latino parlato capitare, dal latino caput ‘capo’.
Parola pubblicata il 25 Maggio 2019
ca-pi-tà-re (io cà-pi-to)
Significato Arrivare, specie per caso; accadere; presentarsi per caso
Etimologia attraverso l’ipotetica forma del latino parlato capitare, dal latino caput ‘capo’.
Parola pubblicata il 25 Maggio 2019
Il capitare sa subito di caso inatteso. Si vede bene che dentro c’è il caput latino, e quindi magari ciò che capita dev’essere ciò che arriva fra capo e collo, o anche solo sul capo. No?
In effetti le cose sono un po’ diverse. Il capo, nel capitare, ha un valore figurato che ce lo racconta come un punto, un fine. Tant’è che quando emerge in italiano (ai suoi albori, per via popolare), ha i significati di giungere, di far capo, di finire — fin da subito con una certa sfumatura di casuale, di improvviso, perfino di inopportuno. È il capitare di quando durante il viaggio capito in un villaggetto delizioso, di quando capito in cucina mentre il cane sta frugando silenzioso nella spazzatura, di quando capito a casa tua nel bel mezzo di una cena romantica.
Questo capitare al sapore di finire passa quindi al significato di avere un esito, e lo conosciamo benissimo nel nostro malcapitato, che è finito tragicamente, nel siamo capitati bene, per essere un albergo economico è davvero confortevole. La scivolata lentissima prosegue quando (siamo alla fine del Seicento) questo arrivare-finire inizia a sembrare proprio un presentarsi, un offrirsi: se ti capita, compralo perché merita, e quella non è un’occasione che capita tutti i giorni. Dopotutto ciò che si presenta arriva, finisce in una situazione.
La serie che infila l’arrivare, il finire e il presentarsi prosegue naturalmente in un occorrere, in un accadere (va da sé: ciò che si presenta, accade). Così mi capita di incontrare tuo nonno, l’amico si lamenta che capitano tutte a lui, e ora ti racconto, stamani mi è capitata una cosa curiosa.
Ecco come è che dal capo si arriva all’accadere, disegnato dalla geometria di un verbo che è stato allargato negli anni come un casolare di campagna per far posto alla famiglia che cresce; un allargamento che non è piaciuto proprio a tutti: figuriamoci, fino alla fine dell’Ottocento l’estensione all’accadere è stata aspramente criticata. Ma insomma, sono cose che capitano.