Carola

Le parole della musica

ca-rò-la

Significato Danza medievale che si ballava in circolo tenendosi per mano; canto d’accompagnamento alla danza

Etimologia dall’antico francese carole ‘danza corale’, che giunge dal latino choraula ‘flautista che guida il coro’ — a sua volta prestito dal greco khoraúles, composto di khorós ‘coro’ e auléo ‘suono il flauto’ — attraverso la forma latina medievale corolla o carolla.

Ormai da diverso tempo questo termine si considera un sinonimo di ‘canto di Natale’, sebbene in realtà la carola sia un’antica danza.

Il punto di partenza è il termine francese carole, che apparve all’inizio del XII secolo come traduzione del latino chorus in alcune versioni del Salterio (il Libro dei Salmi) e poco dopo anche in alcuni testi volgari francesi. Johannes de Garlandia nel suo Dictionarius del 1220 circa, affermò che la parola chorea in francese si diceva carole: «chorea: gallice carole».

Sin dalla prima metà del XII secolo la danza denominata carole era ben consolidata in Francia, con alcune varianti coreografiche. Nella struttura più comune i ballerini si tenevano per mano in cerchio, rivolti verso l’interno, e giravano cantando. Forse questo ci ricorda un gioco di quando eravamo bambini: allora la carole potrebbe essere considerata la nonna del girotondo! Ogni danzatore faceva un passo di lato con il piede sinistro e così di seguito, procedendo in circolo verso sinistra. Tutti ballavano la carole, dalle nobili castellane all’umile servitù, ma rigorosamente con persone appartenenti al rispettivo ceto sociale, senza mescolarsi. Riguardo alla musica, ci sono diverse opinioni: forse cantava uno solo, oppure al solista rispondevano gli altri in coro. Pare, comunque, che i danzatori di alto rango si distinguessero proprio perché cantavano, mentre quelli di status inferiore potevano usufruire del suono di corni, tamburi o cornamuse, di uso popolare.

La carole fu in gran voga dalla metà del XII secolo alla metà del XIV, tanto da viaggiare col passaporto francese in tutta Europa. In Italia fu detta ‘carola’ e il termine fu usato da Dante e da Boccaccio, anche se probabilmente fu adottato come elegante prestito francese per indicare una danza in modo generico.

In Inghilterra, fino alla fine del XIV secolo, la tradizione della corte fu prettamente francese; la parola carol nei testi dell’epoca indicava il ballo, ma a volte anche il solo canto ed era collegata, sia nel nome che nella natura, con la carole d’oltremanica. La carol era inoltre apparentata con altre forme strofiche presenti nell’Europa continentale, rondeaux, virelais, o la lauda spirituale italiana per i testi, e chansons o chansonettes per la musica.

I versi, in inglese e in latino, erano composti da strofe uniformi e la musica iniziava con un ritornello chiamato burden (oltre che questo significato, in Inghilterra la parola indicò il bordone della cornamusa, oppure la ciaramella). Gli argomenti trattati erano molto vari, sia sacri che profani; la musica di solito era in ritmo trocaico (piedi di lunga-breve in successione).

Dagli iniziali canti monodici, nel XV secolo si sviluppò la carol polifonica, i cui contenuti si riferivano prevalentemente alla Vergine, alla Natività, e ai santi del periodo di Natale, mentre la danza cessò di essere praticata.

La musica sopravvisse, superando periodi storici turbolenti, e dal XIX secolo ebbe una rinascita; la parola fu così usualmente impiegata per riferirsi ai canti strofici natalizi, molti dei quali con testi di derivazione medievale.

Questi canti si diffusero, probabilmente anche grazie al successo internazionale dello struggente Canto di Natale di Charles Dickens (A Christmas Carol, 1843), il cui protagonista Ebenezer Scrooge ispirò Carl Barks per la creazione di zio Paperone, uno dei più famosi personaggi Disney, in inglese Uncle Scrooge.

Complice una copiosa filmografia, le Christmas carols anche da noi oggi sono un’icona del Natale e quando si parla comunemente di carole, di solito nessuno si riferisce più alla danza medievale.

In compenso, quest’anno potremmo festeggiare Natale con unacarolaalgiorno!
Auguri di tutto cuore.

Parola pubblicata il 20 Dicembre 2020

Le parole della musica - con Antonella Nigro

La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale