Carpiato

car-pià-to

Significato Di tuffo o salto, eseguito con busto e gambe perpendicolari, con braccia allungate verso i piedi o le ginocchia

Etimologia da carpa.

È un termine tecnico del lessico sportivo (in particolare dei tuffi e della ginnastica), ma gremisce i discorsi e le iperboli di tutti, anche di chi in acqua sa solo cascar di pancia e al massimo salta sul bus in partenza. La cosa buffa è che il significato esatto di questo ‘carpiato’ non è noto proprio a a tutti — ma è usato lo stesso e piacevolmente, e vedremo perché.

Esistono cento modi di tuffarsi in acqua e di saltare facendo evoluzioni aeree, e il carpiato (aggettivo, ma spesso usato come pratico sostantivo) ci tratteggia una posizione che il corpo assume a mezz’aria: in volo, gambe e busto dritti si flettono fino ad essere perpendicolari o oltre (quasi a comporre una V rovesciata), e le braccia si allungano verso i piedi o le ginocchia, in una postura un po’ raccolta. Vale per chi si tuffa da un trampolino, vale per chi si lancia dal trapezio. È appena dal Dopoguerra che si usa questa parola: ma da dove salta (!) fuori?

Si tratta di un derivato di carpa, sì, il pesce, nota anche nel latino medievale come carpio, e su questo paiono tutti d’accordo. Qualche linguista pare invece un po’ dubbioso, però, su come dalla carpa si arrivi a questa posizione di salto. Senza stillarsi il cervello, probabilmente è un riferimento da prendere nella sua semplicità: le carpe saltano, e saltando s’inarcano. Ovviamente non s’inarcano proprio come un umano, ma la suggestione è simile. E peraltro, anche se a noi personalmente ‘sti pesci saltanti dicono poco, non è una suggestione da minimizzare, perché il salto della carpa ricorre nell’immaginario di molti popoli, specie orientali (pensiamo alle figure nipponiche delle koi che guizzano fuor d’acqua — un topos iconografico fra i più famosi).

Ad ogni modo, questo termine ha un pregio straordinario, tale che gli permette di essere usato bellamente a naso: la riconoscibilità. È con evidenza solare un termine tecnico, senza altri usi, che evoca senza sbavature movimenti dei più acrobatici e complessi che noi profani riusciamo a distinguere. È talmente riconoscibile che esprime il significato che vogliamo — l’acrobazia — anche se non sappiamo che postura descriva di preciso il carpiato. Dire che l’amministratore delegato ha dovuto fare un triplo salto carpiato per salvare la faccia, parlare di come il politico abbia voltato gabbana in uno spettacolare carpiato con avvitamento, o di come si sia arrivati a fine mese facendo salti carpiati, comunica ironicamente un’agilità adattabile, dallo stile disinvolto nonostante la difficoltà dell’evoluzione.

Una risorsa delle più simpatiche, di una ricercatezza blanda ed elegante.

Parola pubblicata il 22 Gennaio 2020