Ciurlare
ciur-là-re (io ciùr-lo)
Significato Vacillare, tentennare; nell’espressione ‘ciurlare nel manico’, sottrarsi a un impegno con raggiri, rinvii, pretesti
Etimologia etimo incerto; forse di origine espressiva.
Parola pubblicata il 06 Novembre 2018
Ci sono locuzioni di così grande successo da inglobare per sempre alcune delle parole che le compongono. È il caso del verbo ciurlare, che non esiste più al di fuori dell’espressione ‘ciurlare nel manico’. Be’, in realtà fuori da quell’espressione non è praticamente mai attestato, se si fa eccezione per un uso nella Canzona d’un Piagnone pel bruciamento delle vanità del 1498, di autore anonimo (Là si pappa lecca e ciurla).
Il suo significato di base è quello di tentennare, di di stare malfermo, e lo troviamo in derivati quale ‘ciurlo’, sia nel senso di ubriaco, matto, sia come passo di danza mosso su un sol piè. Il ‘ciurlare nel manico’ quindi ci racconta di uno strumento, di un utensile che avendo una parte metallica fissata male al manico, traballa e di fatto è inutilizzabile. Non si riesce a fare forza se la lama della vanga ciurla nel manico, ci scappa la testa del martello che ciurlava nel manico, e l’unica cosa che puoi tagliare col coltello che ciurla nel manico è il tuo dito.
Un attrezzo che ciurla nel manico non è rotto. Non è da buttare, da cambiare. Va sistemato, registrato, ne va fermato il gioco - peraltro un lavoro molto più snervante e noioso di una riparazione. Non è semplicemente inutilizzabile, è momentaneamente inutilizzabile per un motivo senz’altro minore, ma di fatto lo lasci dov’è e ne cerchi uno saldo, poi vedrai. Il ciurlare nel manico diventa il sottrarsi a un impegno, magari a una promessa, con un rinviuccio, con un piccolo sotterfugio, con un pretesto, tergiversando. Tentennando!
Il bagno lo lavo io perché tu ciurli nel manico e fra poco arrivano gli ospiti; il collega trova il suo equilibrio pigro ciurlando nel manico con grande finezza; e chiamato a rendere conto delle opinioni che ha espresso, il pavido ciurla nel manico.
Le parole che scaturiscono dal lavoro manuale magari non sono le più raffinate: questo ‘ciurlare’ non si sa bene da dove salti fuori. Se davvero è una voce onomatopeica, allora è ricca, rotante, ridicola. Di certo ha un’energia di metafora straordinaria.