Coniare

co-nià-re (io cò-nio)

Significato Battere monete o medaglie facendovi un’impronta col conio; inventare

Etimologia da conio, che è dal latino cuneus.

Sì: il coniare, atto monetario o inventivo, c’entra col cuneo che si batte nel ciocco di legno per spaccarlo. In effetti, si può dire che è un cuneare.

Il cuneo è un attrezzo intelligente - in realtà più che un attrezzo è quasi un principio, stando l’idea del cuneo alla base di ogni separare pigiando. Uno spigolo del cuneo, acuto, viene conficcato nel punto dove si desidera creare la fenditura. Una pressione perpendicolare a quello spigolo fa sì che questo penetri a fondo, e che l’angolo delle facce laterali separi via via il corpo dove è confitto. Una faccenda quotidiana.

Ebbene, il fatto che il cuneo sia uno strumento che, battuto, permette di esercitare una pressione notevole, ha suggerito di chiamare così (nella variante ‘conio’) anche quello strumento del genere che conosciamo meglio come ‘punzone’. Cioè uno strumento il cui scopo non è quello di spaccare, ma quello di imprimere un segno su un materiale solido e plastico. Atto per cui serve una certa forza e un materiale duro, se stiamo parlando di un’impressione su metallo. E stiamo parlando proprio di impressione su metallo: il conio d’acciaio reca in punta il negativo, il tipo, e battuto con vigore erculeo sul dischetto d’oro fa la moneta, la cunea, la conia.

Dato che ciò che è coniato è letteralmente nuovo di zecca, il coniare è passato a indicare anche l’inventare, il creare - peraltro, in riferimento ricorrente a parole e locuzioni, che in effetti sembrano avere corso di moneta. Lo zio conia soprannomi sempre nuovi, s’incarica il pubblicitario di coniare uno slogan per la campagna, il filosofo viene ricordato per aver coniato un concetto importante.

Insomma, dal precisamente e duramente manuale al pensato più astratto - facce coniate di una stessa medaglia.

(Per la cronaca: ‘coniare’ ha significato anticamente anche ‘ingannare, frodare’, con un’evoluzione non chiara. Ma è un significato davvero stramorto, è sufficiente registrarselo per le letture medievali.)

Parola pubblicata il 14 Giugno 2018