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L'anglicismo e il gentiluomo
defòolt
Significato In informatica, scelta operativa che un sistema opera in assenza di istruzioni da parte dell’utente; in economia, l’incapacità patrimoniale di un debitore di soddisfare i propri obblighi o di saldare i propri debiti
Etimologia voce inglese, propriamente ‘mancanza’, ‘difetto’, dal francese défaut.
Parola pubblicata il 16 Agosto 2019
L'anglicismo e il gentiluomo - con Eleonora Mamusa
Di nuovo sul fronte sempre caldo, interessante e scivoloso degli anglicismi: stavolta a venerdì alterni con Eleonora Mamusa, linguista e lessicografa - per riuscire a strutturare in merito idee più confacenti.
Questo è un anglicismo molto tecnico, che si divide tra due settori, quello finanziario e quello informatico, in cui esperti e media lasciano spesso e volentieri i prestiti non tradotti con l’intento di conferire un tocco di professionalità in più a ciò di cui si discute, calando allo stesso tempo un velo di impenetrabilità per i destinatari che specialisti non sono.
Il significato relativo all’ambito economico, che si riferisce all’inadempienza nei confronti di un debito o di un obbligo, è palesemente legato a quello originario: un’offesa, un crimine, ma anche e soprattutto un fallimento, una privazione, un difetto — per usare la parola che più gli si avvicina nella forma. La derivazione è latina: il verbo fallere, che significa ingannare ma anche sfuggire, venire meno, si unisce al rafforzativo de- e dà vita a un ipotetico defallita, da cui il francese antico défaut e l’inglese default prima come verbo e poi come sostantivo. La mancanza di cui si parla nelle sfere economiche, come sappiamo, è in genere grave: magari non ne afferriamo con precisione i dettagli microscopici, ma se sentiamo dire che il comune o lo Stato sono in default, capiamo subito che di certo non navigano in buone acque poiché non sono in grado di far fronte ai propri debiti.
Più nuovo, fresco e rapidamente in espansione nel linguaggio comune è invece il default informatico, in cui il venir meno di cui si parla è un’assenza meno criminosa, quel momento in cui la mano umana non è presente per intervenire nelle operazioni delle macchine e queste ultime sono state impostate per agire automaticamente in un determinato modo. È questo automatismo che dà origine all’espressione ‘di default’, che spesso ironicamente indica un’abitudine, qualcosa che si ripete meccanicamente e difficilmente muta: recentemente, ad esempio, il mio fidanzato, che si stufa a fare le file, si chiedeva se gli anziani appostati nello studio medico ancor prima dell’apertura ci fossero di default. Un passaggio nel parlato quotidiano che aiuta ad alleggerire un termine altrimenti tutt’altro che lieto.