Epitrope

e-pì-tro-pe

Significato Figura retorica per cui chi parla, confidando nella bontà della sua posizione, fa concessioni a una parte avversa e si rimette a chi decide; raccolta di decisioni della Chiesa ortodossa

Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo epitrope, prestito dal greco epitropé ‘concessione, decisione’ — da trépein ‘volgere’ col prefisso epì ‘sopra’.

Chi sostiene il contrario ha certo le sue ragioni, ma i miei argomenti sono spiegati, forti ed evidenti, e sicuro di questo mi rimetto al tuo giudizio. Questa è l’epitrope, una figura retorica che (come non di rado accade) ha un nome ignoto alla quasi totalità della gente, e che però descrive un passo retorico comunissimo.

La sua ascendenza etimologica — naturalmente greca, visto l’argomento — ce la spiega con il semplice concetto di una ‘concessione’. In effetti è un’azione retorica che circonfonde di una certa aura di forza una posizione concedendo spazio (anche disgiuntamente) a quelle concorrenti e al giudizio di chi l’ascolta. Non si accanisce senza quartiere, palmo a palmo, argomento per argomento, né incalza chi deve decidere: mostra sicurezza, serenità olimpica, abbandona inutili relitti d’argomenti e d’animosità, riconosce perfino qualche ombra di ragione contraria, lascia spazio a un giudizio che non può non essere ovvio. Ci mostra un atto retorico che non agisce su suoni, sintassi e significati, ma che dispiega una strategia comunicativa — in questo caso un espediente per esercitare un ascendente, forse condizionare.

Siamo davanti a un’epitrope quando stiamo scegliendo dove andare a cena: posso ammettere che lì la pizza la fanno squisita, anche se certo nell’altro ristorante, in questi giorni, hanno certi porcini che sarebbe un peccato non andarci, ma decidi tu, so che sceglierai bene. Idem quando l’avvocato, alla fine dell’arringa, dopo aver fatto delle concessioni sui patimenti della parte avversa, si rimette al giudizio dei magistrati nell’evidenza della propria ragione. Ed è un’epitrope quella della zia, che certo apprezza le grandi capacità del navigatore di conoscere le condizioni di traffico in tempo reale, però lei vive in quelle strade da sempre, non si muove transenna senza che lei lo sappia, e ti consiglia di svoltare a sinistra ora — comunque guidi tu, fai tu.

Vediamo che è una figura di pensiero tanto forte e tanto normale, che può echeggiare ogni volta che ci sono due istanze contrapposte e qualcuno che vi decide su. Certo, in maniera più generica e accessibile, a ‘epitrope’ si può preferire direttamente la più pronta ‘concessione’; ma l’epitrope racconta una dinamica più complessa. E comunque, è uno di quei casi (anche questi, non così rari) in cui la preziosità del termine non chiede una rivitalizzazione: il nome dell’epitrope non popolerà i nostri discorsi. Solo, col suo racconto, ci fa distinguere una volta per tutte un filo del mondo, un passo retorico, una figura di pensiero.

Peraltro, questo non è nemmeno l’unico significato di ‘epitrope’ — che oltre a una concessione può essere anche una decisione (sono significati che si formano da quelli versatili di un trépein cioè ‘volgere’ epì cioè ‘sopra’). In particolare, ha indicato delle raccolte di decisioni su questioni sia morali sia materiali della Chiesa Ortodossa, dal livello della parrocchia a quello del patriarcato.

Parola pubblicata il 14 Ottobre 2021