Ergo

èr-go

Significato Quindi, perciò, con valore conclusivo; conclusione

Etimologia voce latina col medesimo significato.

‘Ergo’ non ha solo un sapore latino, ‘ergo’ è latino. Eppure è un termine che s’incontra relativamente spesso, ed è buffo vedere come sia ancora usato con quel tono con cui si distinse nella pratica della filosofia medievale.

Un tratto di spicco dell’impostazione della filosofia cristiana medievale (in particolare dobbiamo avere in mente la scolastica, che cercava di conciliare dottrina cristiana e pensiero razionale aristotelico) era la forza logica, che si esplicava con particolare evidenza nei sillogismi.

Il sillogismo è un tipo classico di ragionamento deduttivo che da due premesse trae una conclusione:

Il mio cane abbaia solo quando passa il postino.
Il mio cane sta abbaiando.
Ergo, sta passando il postino.

Proprio con l’ergo i filosofi della scolastica erano soliti introdurre le conclusioni dei loro sillogismi, e possiamo immaginare che fossero dei passaggi conclusivi particolarmente serî e carichi, e anche attesi e carismatici. Tant’è che quei loro ergo ci sono rimasti, e li usiamo ancora con la stessa vincente solennità di chi giunge alla fine di un ragionamento inchiodando una verità — non certo come ‘dunque’ dozzinali. Lei non era in città, l’unica altra persona ad avere le chiavi eri tu, ergo sei tu il manigoldo che si è finito tutte le more che avevo lasciato in frigo; la proposta di legge è giusta ma nuoce a una parte influente degli elettori di un politico, ergo egli voterà contro; ed è l’ultima sera di vacanza, ergo folleggiamo col gruzzolo rimasto. E anche se oggi è un uso desueto, è stato anche la conclusione in sé: dire che siamo arrivati all’ergo del ragionamento significa che ne vediamo la fine.

Circa la diffusione di ‘ergo’, ci sarebbe da considerare anche Cartesio, con quel Cogito, ergo sum che troviamo dichiarato nelle sue Meditazioni metafisiche (‘Penso, dunque sono’). Motto diventato famoso e noto come pochi altri, che con la sua struttura stringente serve da modello per una torma infinita e stereotipata di parodie “X ergo Y” che, ironiche o no, hanno ormai la freschezza di uno spumante lasciato nel sottotetto dai festeggiamenti per i mondiali Spagna ‘82.

Ma soprattutto, resta da capire il mistero di questa parola invariabile, tanto antica da trovarsi addirittura sulle Leggi delle XII tavole della prima Roma repubblicana, risalenti a quasi 2.500 anni fa. Pare plausibile che nasca da un’espressione perduta come “e rogo” o “e rego”, con caduta della vocale centrale: ‘e’ indicherebbe un movimento da, mentre il secondo elemento, affine al verbo règere, indicherebbe direzione. L’ergo arriverebbe ad essere un ‘quindi’ a partire da un ‘dalla direzione di’: dalla linea di una o più premesse, si traguarda una conclusione. Antichi assestamenti di pensieri che grattiamo con ipotesi.

Parola pubblicata il 27 Agosto 2020