Giubba

Parole semitiche

giùb - ba

Significato Giacca, specie da uomo, per completi formali, casacca delle uniformi militari, giacca delle uniformi dei fantini. Criniera del leone

Etimologia nel primo significato, dall’arabo ğubbeh, ovvero ‘lunga veste maschile’. Nel secondo, dal latino iuba.

  • «È lui, quello con la giubba coi colori della contrada!»

La povera giubba è finita per esserci un po’ estranea, relegata all’ambito militare o a quello dell’ippica. Infatti siamo più avvezzi a indossare la sua versione diminutiva e maschile, il giubbino, o giubbotto: non dimenticarti il giubbino di jeans, potrebbe rinfrescare la sera! Tuttavia possiamo trovare delle belle occasioni per sfruttare la sua forma originaria, sfruttando il suo sapore rétro: punto tutto su quel fantino dalla giubba verde lime, mi ispira parecchio. Ho sentito dire che ti presenterai al matrimonio con una giubba di broccato viola e le frange. Hai un bel coraggio!

Prima di diventare parte di uniformi militari e ippiche, la giubba ne ha fatta di strada. La parola ha passaporto arabo: ğubbeh, infatti significa semplicemente ‘lunga veste da uomo’. Una tunica, insomma, che nella cultura araba medievale veniva usata come indumento intimo, da tenere sotto altri vestiti e che oggi è considerato un indumento tradizionale. Non è peregrino pensare che abbia fatto il suo ingresso negli armadi nostrani in seguito ai ripetuti contatti guerreschi avuti dall’Europa col mondo musulmano durante le sanguinose crociate, ma è possibile che sia giunta da noi anche attraverso l’innocua e florida via del commercio. Qui la sua funzione di coprire la parte alta del corpo ha avuto la meglio, nei secoli si è trasformata in giacchetta e ha seguito le mode e le voghe: imbottita, ricamata, coi bottoni, coi revers, con le maniche a sbuffo, lunga fino alla vita o fino alla coscia, stretta, larga… insomma, giubbe per tutti i gusti e usi.

In ambito militare è diventata, oltre all’elmo o al copricapo in generale, anche un segno distintivo che permetteva di identificare lo schieramento. Famosissime sono le giubbe rosse britanniche, che, sulla piana di Waterloo, il 18 giugno 1815, aiutati dai soldati prussiani in tenuta grigio-bluastra e dagli altri membri della settima coalizione, sbaragliarono una volta per tutte le truppe napoleoniche, di blu profondo vestite.

Scotland Forever!, dipinto di Elizabeth Thompson del 1881 che mostra la carica del reggimento di cavalleria dei Royal Scots Greys nella battaglia di Waterloo.

Ma la storia della giubba non finisce qui: con giubba o giuba si può anche indicare la criniera del leone. È in effetti una parola differente: l’etimologia risale al latino iuba, col quale dapprima si indicava la criniera equina e poi anche i ‘capelli’ di altri animali, compresi i pennuti dai colli particolarmente forniti di piume e le creste squamose dei rettili o perfino uomini dal capo e dal volto estremamente villosi. Ma questo avviene solo in una certa letteratura di livello, nessuno si aspetta che lodiate le folte giubbe del vostro amico capellone! Piuttosto elogerete la sua giubba variopinta dal gusto folk.

Parola pubblicata il 16 Settembre 2022

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.