Imparaticcio

im-pa-ra-tìc-cio

Significato Imparato a stento; lavoro svolto da un principiante per addestramento; complesso di nozioni apprese in modo approssimativo

Etimologia da imparato con suffisso attenuativo -iccio.

Non è tanto vero che l’italiano, per i suoi natali letterari, sia una lingua fissa, di sussiegosa rigidità. Anzi le nostre parole hanno delle potenzialità generative impressionanti, e sono capaci di separare fili sottilissimi di mondo.

Il termine imparaticcio ci fa fare i conti con un dato di fatto estremamente preciso della nostra realtà: non tutto l’imparato è uguale. C’è l’imparato navigato, padrone, anche maturato coi giusti tempi, e c’è l’imparato da principiante, stentato, anche frettoloso. Questi sono degli imparari che conosciamo benissimo, chiunque ne ha esperienza personale — anzi non c’è persona che non sia in grado di distinguere ulteriori fasi e gradi dell’imparare. E sappiamo anche che separarli nettamente in imparare bene e imparare male è difficilissimo: e di questa complessità l’imparaticcio ci rende ragione.

L’imparaticcio, a mente dei dizionari, vive come aggettivo nel senso di ‘imparato a stento, in maniera approssimativa’, e soprattutto come sostantivo coi significati di ‘lavoro fatto per addestramento’, ‘lavoro approssimativo’ e ‘complesso di nozioni approssimative’. Appoggia il peso della sua alterazione semantica su -iccio, splendido suffisso (non dei più produttivi) dai caratteri che variamente afferiscono a un senso di attenuazione, approssimazione, e che nei sostantivi dà spesso un tratto di collettività di scarso valore.

L’imparato, qui, nella molteplice veste di qualità, di oggetto prodotto e di congerie di conoscenze, è goffo, tentato o addirittura stentato, inesperto, imperfetto, sciatto — imparaticcio. Così possiamo parlare di un’educazione imparaticcia che è poco più di un contegno scimmiottato, ma possiamo anche riprendere in mano i nostri imparaticci di cucito per vedere quali sono i punti da migliorare con più urgenza, mentre teniamo ancora in bella vista una mensoluccia che è un nostro imparaticcio di falegnameria, a cui siamo affezionati. E possiamo chiedere di riscrivere un certo articolo daccapo perché così com’è sa di imparaticcio, e alla domanda diretta l’amministratore risponde evasivo con un imparaticcio.

Una parola ricercata ma semplice, immediata, che mostra la forza non di un imparato male senza sfumature, ma di un’imperfezione goffa nell’imparato.

Parola pubblicata il 09 Settembre 2021