Lambiccare

lam-bic-cà-re (io lam-bìc-co)

Significato Distillare con l’alambicco; esaminare accuratamente; come intransitivo pronominale, affannarsi, affaticarsi a fare qualcosa

Etimologia da lambicco, aferesi di alambicco, derivato dall’arabo al-anbīq, a sua volta prestito dal greco ámbix ‘vaso’.

  • «Mi sto lambiccando il cervello per trovare una soluzione.»

Quando s’incappa in un’immagine forte, in una situazione che risalta per carisma e particolarità, è probabile che i risvolti linguistici, le sue estensioni metaforiche, saranno poderose. Il verbo ‘lambiccare’ ha una ramificazione di significati meravigliosa, e si diparte tutta dallo strumento dell’alambicco.

Non che non si usino ancora oggi gli alambicchi. Però questi strumenti per la distillazione — nella loro struttura essenziale, una caldaia e una serpentina di raffreddamento — hanno un’aria d’altri tempi e possono vantare una lunga tradizione, dichiarata in maniera evidente dall’etimologia araba: al-anbīq, (splendido che il prestito, come spesso accade con l’arabo, includa l’articolo) termine che indica proprio il vaso per la distillazione, ed è peraltro rimbalzo mediterraneo su un nuovo ceppo linguistico del greco ámbix ‘vaso’. Tutti i significati di ‘lambiccare’ procedono da quelli di ‘distillare’.

Difficilmente però adesso dire che mi lambicco un rimedio per il raffreddore, o che (vista la scarsità) le risorse vanno lambiccate — il riferimento concreto all’alambicco o al suo lento stillare sono desueti. Più vicino all’uso attuale è il lambiccare nel senso di ‘analizzare in modo dettagliato’, ‘sottoporre a un esame lungo e minuzioso’. In questo senso si potevano lambiccare opere da criticare, persone candidate, segreti da svelare. Quello del lambiccare è un discernimento lento e fino, goccia a goccia. Un significato che, con qualche mutamento, riconosciamo nell’uso contemporaneo.

Infatti sono rimasti particolarmente forti i suoi usi in veste di intransitivo pronominale, lambiccarsi. Il distillare, distillarsi, è figura di uno spremersi — e quindi di un affannarsi, di un affaticarsi a fare qualcosa. Col calore, i fischi, le condense, lo stillare pare arduo e gravoso. Posso lambiccarmi per trovare una soluzione a un problema, e mi lambicco il cervello davanti a una frase che non so tradurre, ma non solo. Se il finale del film è un po’ lambiccato, se è lambiccato il ragionamento di chi mi vorrebbe dimostrare qualcosa di chiaro, se lo stile del nuovo libro è lambiccato, il macchinoso distillare del lambiccare si riversa nella qualità dell’eccessivamente complicato. E qui sta il nodo implicito di questa parola.

Evidentemente ha una prospettiva profana. Non è l’occhio allegro della prozia che da sessant’anni lambicca la sua grappa, né quello dell’alchimista che produce le sue quintessenze, a trovare in quest’azione il faticoso e il macchinoso; è uno sguardo esterno e impressionabile. Tanto poco addentro che l’aferesi colpisce ancora, e quindi l’alambicco perde un pezzo di quell’articolo al insieme a cui aveva ingoiato il nome dello strumento, sbrigandosi infine in un lambicco e in un lambiccare.

Parola pubblicata il 26 Dicembre 2023