Loto

lò-to

Significato 1) Nome comune dato a una grande varietà di piante; pianta mitica che dava l’oblio a chi ne mangiava. 2) Fango

Etimologia 1) dal greco lotós. 2) dal latino lutum ‘fango’.

  • «Il loto sorge dal loto.»

Se ‘loto’ è anche il fango, il ‘fiore di loto’ è il fiore che nasce dal fango?
Sembrerebbe un’osservazione conseguente, un po’ perché è sostanzialmente vero, un po’ perché è un’immagine che così acquista dei simbolismi ulteriori fenomenali.
In realtà no, abbiamo due loti diversi che finiscono per vivere insieme.

L’antico greco lotós indica… non il loto indiano, pianta simile alla ninfea che nel buddismo simboleggia l’emersione della persona illuminata dal dolore del samsara, il ciclo delle reincarnazioni; piuttosto indica una pianta mitica.
Beninteso, quando si parla di nomi antichi di animale o di pianta ci scontriamo sempre col fatto che l’osservazione classica del mondo era molto meno ordinata e analitica, quindi sono rari i casi in cui, parlando del nome antico di una creatura vivente, parliamo di quella medesima creatura vivente. Qui però arriviamo all’acme.

Infatti il loto era una pianta che dava l’oblio a chi ne mangiava. Una delle sventure di Ulisse è proprio approdare nel paese dei Lotofagi, mangiatori di loto, da cui deve ripartire subito perché la loro buona ospitalità prevede l’assunzione di loto — e quindi per lui la perdita dell’equipaggio.

Per quanto autori posteriori si siano affaticati a precisare dove fosse questo paese, che popolo fosse questo, e che roba fosse questo loto che tutto fa scordare, resta nell’ambito del mito. Questo ha fatto sì che per le vie più coperte e intrecciate ‘loto’ sia diventato nome di una baraonda di piante diversissime che col lotós greco non c’entrano un cachi secco — ad esempio il ‘loto del Giappone’, che è il diospero o cachi appunto; il ‘loto sottile’, che è l’umile ginestrino; il ‘loto egizio’, che è la ninfea — ma occhio che nell’ordine Nymphaeales la famiglia delle Nymphaeaceae, a cui appartengono le ninfee, e quella delle Nelumbonaceae, a cui appartiene il fiore di loto asiatico, sono distinte! Il loto asiatico (più precisamente detto nelumbo) fra l’altro non ha foglie galleggianti, queste superano il pelo dell’acqua e sono più grandi.

È comunque curiosissimo che il carattere centrale del loto asiatico, il suo innalzarsi sopra al fango, contempli il fango, seconda testa del loto — di origine latina. Il latino lutum continua una radice indoeuropea ricostruibile come lhuto- che ha il significato di ‘sudicio’, e lo fa con i significati di ‘melma, fango’ (anche più utilmente ‘argilla, creta’) e pure ‘sudicione’. Così, in maniera elegante se pensiamo alla materia che indica, posso parlare di come con le scarpe porti belle impronte di loto in casa, del ciac ciac del loto sotto ai piedi dei bambini, del loto che rende la strada scivolosa.

Infine, giusto per stringere bene il groviglio di sozzo e piante e roba che non c’entra con altra roba anche se pare, aggiungiamo che per altre vie in latino c’è anche un altro lutum, che indica una pianta da cui si traeva una tinta gialla — e se si dice lutulento ciò che è fangoso e scadente, si dice luteo ciò che è giallo zafferano.

Per scordarsi tutto questo non ci sarà bisogno del loto del mito, ma almeno scripta manent.

Parola pubblicata il 25 Giugno 2024