Manna
màn-na
Significato Nella Bibbia, sostanza che Dio fece scendere dal cielo per nutrire il popolo ebraico nel deserto dopo la fuga dall’Egitto. Per estensione, accadimento favorevole che avviene nel momento in cui ce n’è più bisogno, o qualcosa di fisico che arriva ad aiutare e alleviare le pene. In botanica, resina di frassino e, più in generale, secrezioni zuccherine di varie piante
Etimologia voce dotta recuperata dal latino ecclesiastico manna, che viene dal greco manna, a sua volta dall’ebraico mân. Tradizionalmente, ritenuta derivante dalla domanda Man hu? ovvero ‘Che cos’è?’, che secondo l’Esodo si posero gli Ebrei vedendola cadere dal cielo.
Parola pubblicata il 12 Marzo 2021
Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini
Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.
Man hu? Ovvero, che cos’è? si chiesero gli israeliti usciti dall’Egitto sotto la guida di Mosè, in Esodo, capitolo 16, versetto 15. Una domanda che secondo la tradizione, senza una risposta certa, è diventata essa stessa la risposta. Che cos’è? Semplice, la manna! Una sostanza che, nella Bibbia, si presenta come una brina fine e leggera, tutta bianca, ‘simile al seme del coriandolo’, dal ‘sapore di una focaccia col miele’, di cui il suolo nell’accampamento degli israeliti si ricopre ogni giorno, tranne il sabato.
Il popolo di Israele, secondo il racconto, si nutrì di manna per ben quarant’anni, ovvero per tutto il tempo che trascorsero nel deserto del Sinai prima di accedere alla terra di Canaan. Dalla provvidenzialità di questa sostanza commestibile scaturisce il significato figurato della parola manna. Possiamo infatti dire che, quando alla festa è iniziato a scarseggiare il vino, sei apparso tu col tuo boccione di rosso, che è stato una vera manna dal cielo, o che ero sul punto di rimandare l’esame dalla disperazione, ma poi Paolo mi ha passato le sue utilissime dispense che si sono rivelate una vera manna.
Di fatto, se una persona può arrivare come un deus ex machina a risolvere una situazione spinosa una volta per tutte, lo stesso ruolo di risolutore provvidenziale, quando è sostenuto da un oggetto inanimato, o un’occasione, è definibile ‘manna’. Poco importa che la cosa non sia letteralmente commestibile: il sollievo procurato dal suo arrivo la rende, agli occhi di chi ne aveva gran bisogno, un vero dono divino, proprio come il misterioso cibo inviato da Dio nel deserto.
Misterioso… forse non più. Infatti, si è con molta probabilità riusciti a capire quale fenomeno naturale fosse quello descritto nell’episodio biblico. In botanica col termine manna possiamo indicare diverse secrezioni vegetali: in primis la linfa estratta dalla corteccia di alcuni tipi di frassino, incisa col coltello mannaruolo. Essa è un pregiatissimo prodotto tipico siciliano diventato presidio Slow Food. Ha un sapore dolce e, nei secoli, è stata usata anche con scopi terapeutici (ha blande proprietà lassative ed è un buon fluidificante).
In secondo luogo, manna è anche il liquido commestibile secreto dai rami giovani di alcune piante tipiche delle zone desertiche del vicino Oriente che vengono punte da cocciniglie. Potrebbe essere questa la manna biblica? Forse, ma c’è addirittura un’altra possibilità, ancor più flagrantemente somigliante alla scena descritta nell’Esodo: l’enciclopedia Treccani spiega infatti che la cosiddetta ‘manna del deserto’ è in realtà composta di talli di Lecanora esculenta, un lichene edibile particolarmente diffuso nell’attuale Medioriente. Il vento talvolta può staccare le ife che tengono i talli attaccati al suolo, e trasportare il lichene giallastro, morbido e rotondeggiante per grandi distanze.
In conclusione, una cosa è certa: che sia una linfa pregiata, un lichene viaggiatore o un aiuto provvidenziale giunto all’acme della disperazione, della manna ciò che ricordiamo e a cui ci aggrappiamo con gratitudine è la sua dolcezza zuccherina, con cui possiamo riempirci la bocca, ma anche consolarci il cuore mentre tiriamo un sospiro di sollievo.