Mnesico
mnè-si-co
Significato Relativo alla memoria
Etimologia dal greco -mnésis, segmento che indica la memoria, ricavato da anámnesis ‘ricordo’.
Parola pubblicata il 05 Dicembre 2020
mnè-si-co
Significato Relativo alla memoria
Etimologia dal greco -mnésis, segmento che indica la memoria, ricavato da anámnesis ‘ricordo’.
Parola pubblicata il 05 Dicembre 2020
È una parola che si fa subito prendere sul serio, e ha un’immediatezza che spaventa un po’.
Anche se sconosciuta, il suo significato è riconoscibile, intuibile: pochi si grattano il capo smarriti davanti al testimone che afferma di avere un’amnesia, alle critiche di un apprendimento puramente mnemonico — e insomma, ci echeggia nell’orecchio che il segmento di greco mnésis che costituisce diverse nostre parole ci parli di memoria.
Il significato dello mnesico (o mnèstico) è piuttosto semplice: si dice mnesico ciò che è proprio della memoria, ciò che è relativo alla memoria. Potrei quindi parlare di uno sforzo mnesico vano, di una deformazione mnesica suggestionata da racconti successivi, ma soprattutto è un termine tecnico delle scienze mediche e psicologiche, e più solitamente si parla di funzioni mnesiche, di disturbi mnesici, delle tracce mnesiche con cui le informazioni sono immagazzinate e recuperate.
La memoria è colta in maniera distaccata, nello mnesico, con un tono e un colore molto distante da quelli che associamo normalmente alla memoria stessa — che vive nei nostri discorsi non solo come una facoltà mentale, ma anche come un fatto intimo, familiare, delicato ed emozionante. Una pronuncia ardua contribuisce a difendere la sua aura tecnica: l’avvicendamento consonantico mn è smaccatamente greco, e perciò, strano a dirsi, forestiero, e incontrarlo sulla sillaba accentata a inizio di parola ce lo pone come un intoppo ineludibile che rende più ostica la parola.
Vista la matrice scientifica non ci stupisce scoprire che è una parola decisamente recente, degli anni ‘50. Invece ci può sorprendere la sua curiosa costruzione, su cui gli etimologi convergono, che è piuttosto una decostruzione: pare sia ottenuta a partire dallo smontaggio di anámnesis ‘ricordo’ (da cui l’anamnesi, anche questa parola corrente in ambito medico che indica la raccolta di informazioni sul paziente che possano orientare una diagnosi), da cui si ricava proprio quel segmento mnésis che ricordavamo, adattato col suffisso aggettivale ‘-ico’. Dopotutto, quella del greco continua ad essere una delle foreste preferite da tutti per cercare materiale da costruzione per parole nuove.
Anche se per questi suoi tratti non è una parola a cui ricorreremo con leggerezza, avere nella faretra un termine capace di indicare ciò che è relativo alla memoria in maniera asciutta e spassionata può essere davvero utile. Un problema di memoria mette in evidenza una fragilità, un problema mnesico la vela con riguardo, quasi glissando.