Ottenebrare

ot-te-ne-brà-re (io ot-tè-ne-bro)

Significato Coprire di tenebre; offuscare, obnubilare

Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo obtenebrare, derivato di tenebrare ‘oscurare’, con prefisso ob- ‘verso’.

  • «Non riesco più a parlarci, la sua mente è ottenebrata.»

Che parola cupa, scura, vibrante. Ha la particolarità di ottenere un effetto spaventevole elegante, di tono addirittura letterario, attraverso elementi semplici e accessibili. Cerchiamo di capire la magia che fanno: specie negli usi figurati il risultato è particolarmente interessante.

Con tutta evidenza il cuore dell’ottenebrare è il semplice riferimento alle tenebre — spesso considerate al plurale anche in latino, tenebrae — col significato univoco di ‘oscurità’, in senso concreto e figurato. In latino, in particolare, esisteva anche il verbo tenebrare, che come s’indovina era un ‘oscurare’, e che in italiano da sé non è passato.

L’obtenebrare arricchisce questo semplice verbo di un movimento: ob- è un prefisso molto ricorrente — quello che troviamo etimologicamente nell’offrire, nell’occludere, nell’opporre, nell’occorrere. È un ‘verso’, un ‘di fronte a’, e quindi l’obtenebrare del latino tardo (e il nostro ‘ottenebrare’) prendono il profilo di un ‘coprire di tenebre’, rappresentando il movimento, o quasi il gesto di tirare contro le tenebre come una tenda.

Può essere un significato concreto, e in questa veste mostra una grande gravità pratica. L’ora tarda ottenebra il campo dove intendevamo lavorare ancora, nubi tempestose ottenebrano la giornata limpida. Non è uno scurire tanto leggero: le tenebre dell’ottenebrare portano un’oscurità profonda, e il loro velare si fa percepire in modo perfino opprimente. Anche quando lo smog ottenebra i marmi del monumento, o quando il giramento di capo ci ottenebra, possiamo sentire questa speciale gravità.

Un’immagine del genere fa presto a estendersi ancora per via figurata, andando a riferirsi a intendimento e lucidità; e dobbiamo notare che questo ‘coprire di tenebre’ in una dimensione ideale non è un significato su cui insistano parole irrilevanti, anzi: sono diverse, spiccano e curiosamente convergono. L’obnubilare è un coprire di nubi, l’offuscare un rendere fosco, l’annebbiare un velare di nebbia e via dicendo: c’è un forte nesso analogico fra trasparenza atmosferica e mente.

L’ottenebrare però mostra tutto il suo speciale peso: possiamo parlare di un giudizio ottenebrato dalla faziosità, di una mente ottenebrata da influenze manipolatrici, di come una passione ci ottenebri. La nube, la foschia, la nebbia sono fenomeni passeggeri di una troposfera in continuo rivolgimento, ma il riferimento pulito alle tenebre lascia meno speranza, pare calcato in modo più stabile — un buio che il vento non si porta via.
Una pennellata davvero intensa che possiamo dare ai nostri discorsi.

Parola pubblicata il 23 Febbraio 2023