Padrino

pa-drì-no

Significato Uomo adulto che presenta il giovane durante il rito; testimone del duello cavalleresco; capo mafioso

Etimologia dal latino tardo: patrinus, derivato di pater padre.

Siamo culturalmente abituati ad associare la figura del padrino all’impartizione dei sacramenti cattolici di battesimo e cresima: durante le relative liturgie, il neonato e il ragazzo vengono accompagnati e presentati nel momento sacro da una persona adulta - il padrino o la madrina. Questi sono però casi speciali di un fenomeno ampio, comune a gran parte delle culture umane: il patrocinio prestato dall’adulto al giovane nell’affrontare il rito. In altre parole, chi ha già trovato il proprio posto nel mondo vi introduce chi ci si è appena affacciato, si fa per lui intercessore responsabile davanti al sacro. Il che, badiamo bene, può anche tradursi nello zio che tradizionalmente accompagna il neomaggiorenne al bordello - e l’immagine non varia considerando i testimoni della vertenza cavalleresca, intermediari fra i duellanti e la Giustizia.

Curioso è come il padrino sia passato ad indicare il grande capo della criminalità organizzata. È evidente che in un assetto sociale fondato su clan certi riti adatti a segnare alleanze rivestano un ruolo di primo piano: per cui è normale che il grande boss finisca per essere padrino di una folta schiera di persone. Da questo quadro, grazie al romanzo “Il padrino” di Mario Puzo e grazie alla trilogia di Ford Coppola che su quel romanzo si basa, è uscita l’idea di un padrino per antonomasia che è il grande capo della criminalità organizzata - idea che ha attecchito con grande forza nella lingua viva.

Parola pubblicata il 20 Luglio 2013