Rimpannucciare
rim-pan-nuc-cià-re (io rim-pan-nùc-cio)
Significato Rivestire nuovi panni; rimettere in sesto, specie economicamente
Etimologia da pannuccio, riduttivo di panno, che è dal latino pannus, coi prefissi re- intensivo o iterativo e in- illativo.
Parola pubblicata il 29 Dicembre 2019
Quella che mostra questo verbo non è una semplice, graziosa delicatezza dai tratti familiari. Cela qualcosa di più complesso, e questa complessità sta nel ‘pannuccio’. Quel suffisso ‘-uccio’ non diminuisce pianamente il panno; lo riduce. Si potrebbe approssimare a un profilo spregiativo, ma non lo spregia (non è un pannaccio): piuttosto lo rende minore, umile — pensiamo di dire che per vestire abbiamo solo pochi pannucci, sentiamo che cosa evoca. E la grazia che scaturisce da questo rilievo è sottile e maggiore rispetto a quella che ci renderebbe un diminutivo.
‘Rimpannucciare’, termine cinquecentesco, significa rivestire nuovi panni — o meglio, nuovi pannucci, vestiti nuovamente tramite quella combinazione di re- e in- prefissa. Un atto che in superficie pare normale, e che invece ha una potenza simbolica svettante, anche perché è tendenzialmente rivolta a chi si trova male in arnese e conserva una dimensione modesta. Certo, se sono in trasferta coi soli vestiti che ho addosso e l’acquazzone mi infradicia, mi fa piacere rimpannucciarmi coi vestiti prestati dall’amico del posto — ma come si vede, fare un esempio asettico, in cui non si colgano umili e calorosi significati secondi è praticamente impossibile. Quanta cura, quanto sollievo in quei nuovi panni, roba semplice ma asciutta, pulita, decorosa.
Rimpannucciare prende quindi il significato di un rimettere in sesto; e il senso in cui è usato più spesso è quello economico: così come i nuovi pannucci rivestono la persona che si trova in una delle difficoltà più basilari, la somma che sopravviene in tasca permette di rimpannucciarsi dopo un periodo di spese, il finanziamento rimpannuccia un’amministrazione alle strette. Non che poi si trovino paludati di porpore e pellicce, sempre pannucci sono, ma insomma.
C’è un tratto di prima dignità e di prima cura, nel rimpannucciare; certo può essere usato con ironia amara (pensiamo a come si rimpannucciano i saccheggiatori), certo può essere dettato da uno schermirsi, da un asteismo («Giusto perché tu ti rimpannucci un po’», può dire chi ci sta facendo un dono generoso), ma può anche essere francescanamente schietto. Il segreto di questa parola familiare, calorosa e complessa, sta tutto nella modestia del pannuccio: un’altra grande magia dei suffissi.