Rincuorare

rin-cuó-rà-re (io rin-cuò-ro)

Significato Confortare, consolare, dare coraggio

Etimologia derivato di incuorare ‘confortare, incoraggiare’ (composto parasintetico di cuore) con prefisso re-.

Siamo davanti a una parola antica, che si trova già in Boccaccio, e così affettuosa e compassionevole che scalda solo a leggerla o a sentirla; il significato che si legge sui dizionari è facile, ma è meno facile coglierne le sfumature e le cifre intime.

Purtroppo il prefisso ‘rin-’ è dei più problematici, perché ha significati molto variabili che non sempre è agevole distinguere; qui il prefisso re- che si installa sul prefisso in- di un precedente ‘incuorare’ o ‘incorare’ non mette sul tavolo una soluzione netta, ma partiamo dal nocciolo.

Il centro di questa parola è giusto il cuore. Infatti ‘incuorare’ è un composto parasintetico di ‘cuore’: gli attacca in coda un suffisso verbale (-are), in testa un prefisso (in-). Il risultato ci parla di un passaggio di stato, di condizione, e qui c’è la prima curiosità: il cuore, nell’incuorare, non è inteso come sede di sentimenti ed emozioni o parte emozionale dell’animo, ma come spirito, come forza, coscienza, coraggio (non ti perdere di cuore, mi regge il cuore di andare da solo). Dall’elemento del corpo che si riteneva determinasse gli affetti tutti, si colgono solo i migliori, i più brillanti e retti (e questo è lusinghiero), e l’incuorare diventa così un incoraggiare, un confortare, un mettere in quello stato, in quella condizione di cuore, di spirito forte cosciente e coraggioso.

Il prefisso ulteriore re- a volte ripete, a volte rafforza, ma con un po’ di sottigliezza si può notare come qui svolga una funzione analoga all’in-, raccontando a sua volta un ingresso. Non sempre si arriva in camera da letto dalla porta che dà sulla strada, e i prefissi possono avvicendarsi come anticamere. Il rincuorare è un ingresso nell’incuorare, che già scorre verso coraggio e conforto e vivacità di animo (pensiamo all’analoga struttura che troviamo in ‘rinfrescare’ o ‘rinsecchire’). Se dico che mi rincuori, ciò che dipingo è che mi cali in una corrente calda che mi sospinge in quello stato, in quel cuore che qui pare proprio uno spazio positivo di assertività, entusiasmo e fiducia che è dentro di noi e in cui possiamo introdurci.

Così mi rincuora la bella notizia che mi hai dato, e scorrerò il resto della serata in un piacevole sentimento; nel fallimento più aspro e umiliante mi sai sempre rincuorare; e vedendo te così sicura mi sono rincuorato e ho messo seduta la mia paura. È una parola familiare e accogliente, eppure complessa.

Parola pubblicata il 04 Agosto 2019