Sbavatura
sba-va-tù-ra
Significato Lo sbavare; traccia di lumaca; colatura, macchia di colore fuori contorno; imperfezione
Etimologia da sbavare, composto parasintetico di bava, che è dalla voce ipotetica del latino parlato baba, di natura imitativa.
Parola pubblicata il 15 Agosto 2020
A partire da quel filo che cola sul colletto umido dello zio, crollato per il limoncello dopo il pranzo torrido, questa parola si dipana su significati ricchi e variegati, concettualmente elevati.
Curiosamente il suo nocciolo, replicato nelle estensioni di significato, non ci parla tanto di un umore preso in astratto — della saliva in sé — quanto del suo essere fuoriuscito dalla patria cavità: la bava diventa bava quando cessa di stare perfettamente sigillata nella bocca.
Non altrimenti sono sbavature quelle lunghe lasciate dalle lumache che scorgiamo al mattino, pericolosamente convergenti sul nostro basilico (la bava è abbandonata), così come le colature e le macchie di colore che escono dai contorni — e così parliamo delle sbavature del disegno che danno un senso d’acquerello, della sbavatura di un rossetto su un labbro, del nastro di carta che riparerà l’altra parete dalle sbavature di vernice colorata, delle sbavature di stagno che limiamo dalla statuetta fusa in casa.
Così, vediamo, la sbavatura diventa in senso più ampio e astratto il difetto — fotografato come qualcosa che esce dal bordo, come una pecca di pulizia, di nettezza, di convenienza. Diciamo che l’argomentazione dell’intellettuale è elegante pur con la sbavatura di qualche errore, che l’arringa dell’avvocata è efficace e priva di sbavature retoriche, che il nuovo fidanzato ha fatto un’ottima impressione nonostante la sbavatura di qualche parolaccia, del progetto che la squadra riesce ad attuare senza la minima sbavatura.
Questi usi hanno una sfumatura raffinata, perché è raffinato il pensiero che vede la menda in controluce rispetto al bordo ideale di come le cose sarebbero dovute essere, o quello che controlla il contorno e non vede errore. Il fatto straordinario è che si giunge a queste altezze attraverso un’astrazione della bava, del piccolo sporco degli addormentati, dei cani e dei bambini (e che altrove sa avere una certa profondità psicologica, legandosi a stati fisici e psichici): il latino baba è una voce imitativa del primo parlare infantile, pare; e il nostro pensiero collettivo, la nostra lingua, distilla qui la bava come semplice eccesso fuori posto.