Sceverare
sce-ve-rà-re (io scé-ve-ro)
Significato Separare, allontanare; distinguere; vagliare criticamente
Etimologia attraverso la voce del latino parlato ricostruita come exseperare, e derivata di un ipotetico seperare che sta per il classico separare ‘dividere’, a sua volta da parare ‘disporre’ con prefisso separativo s-.
- «Ho sceverato le fragole migliori da offrire stasera.»
Parola pubblicata il 17 Giugno 2025
Quanta eleganza in questo verbo, e che ricchezza di sfumatura: anche se si avvia alla desuetudine, ha avuto in passato un grande successo, vivo nella lingua popolare.
In effetti la stessa trafila che lo ha generato è un susseguirsi di corruzioni e deformazioni popolari già in latino: è un fratello strapazzato del ‘separare’.
Peraltro ci fuorvia leggermente un derivato di sceverare che ha sempre avuto una maggiore risonanza, e che viene usato con un significato molto preciso e selezionato: l’aggettivo ‘scevro’, che per noi significa ‘privo, esente’, ma che ci arriva proprio attraverso l’operazione dello sceverare nel senso di separare, distinguere — e che quindi lascia una cosa o un gruppo senza ciò ne viene tolto.
Ad esempio posso sceverare i pomodori un po’ tocchi da quelli perfetti, così da selezionare subito quelli per il sugo e quelli... scevri da difetti; e scorrendo la pila di fogli posso sceverare i documenti utili dalle carte senza valore. È un allontanare più ricercato, che mostra conseguenze più pensate.
Può contemplare anche persone e gruppi: possiamo parlare di come scelte di vita diverse ci abbiano sceverato, di come la morte abbia sceverato da noi persone che usavano accompagnarci — la sottigliezza sta nel fatto che sceverare non è solo frapporre una distanza, allargare una forbice: è un disgiungere che stabilisce, che categorizza.
La cosa si fa macroscopica nel modo in cui lo sceverare è discernere, vagliare criticamente. In albergo, incuriosito, provo a sceverare i suoni che provengono dal fondo delle scale dagli altri della notte; a cena cerco di sceverare quali episodi che mi racconti sono veri e quali almeno romanzati; e nel saggio troviamo parametri interessanti per sceverare il buono e il meno buono di una corrente artistica.
Abbiamo diverse altre parole che insistono qui — il concetto è di importanza cardinale. Il selezionare ha la fattività della scelta operata con criterio, spesso perfino esplicito; il vagliare ci offre l’operosità anche faticosa del passare al vaglio, in un setaccio ideale; il distinguere ha l’agilità della percezione istantanea; il discernere ha il peso della dimensione morale. Il separare stesso agisce semplicemente come lama.
Lo sceverare — o scevrare, in maniera analoga allo scevro, anche se è una grafia recessiva — ha un che di fondativo; allontana, e allontanando definisce e fissa con piglio categorico. Non è nemmeno difficile sentire quanto sia fisico, lo sceverare: formicola nelle mani, nel gesto che descrive, con suono liscio e tagliente.